Ticino
“Monitorare la situazione dei giovani”
Immagine Shutterstock
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Thomas Schürch
2 anni fa
Tamara Merlo e Maura Mossi Nembrini (Più Donne) chiedono lumi sulle misure attualmente in vigore per tutelare la salute mentale dei ragazzi in tempi di pandemia dopo l’allarme lanciato da Pro Juventute. Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute: “I dati devono farci riflettere”

Da più parti sono stati lanciati allarmi riguardanti la salute mentale degli adolescenti. A livello nazionale, Pro Juventute ha segnalato un raddoppio dei contatti da parte di giovani con intenzioni suicide, rispetto a prima della pandemia. I dati ticinesi mostrerebbero lo stesso preoccupante andamento. Per questo motivo, le granconsigliere Tamara Merlo e Maura Mossi Nembrini (Più Donne) hanno deciso di inoltrare un’interpellanza al Consiglio di Stato. “Sappiamo che sia il Cantone sia enti privati sono attivi su questo complesso tema”, si legge nel testo. “Con le nostre domande ci prefiggiamo di fare il punto della situazione, al duplice scopo di agevolare, da un lato, l’eliminazione il prima possibile di eventuali lacune e, dall’altro, di contribuire a combattere il tabù che ancora oggi, purtroppo, aleggia attorno al tema della salute mentale. Il tutto con la coscienza che gli interventi debbano essere, alla luce del susseguirsi di allarmi, il più possibile rapidi”.

Le due deputate chiedono quindi al Governo quali indicatori si stiano monitorando per valutare lo stato di salute mentale di giovani e giovanissimi in Ticino, in che modo la scuola promuova la salute psicologica e che cosa si stia facendo, di fronte alla perdurante pandemia e alle conseguenze psicologiche della stessa, per allievi e famiglie, e se vi siano formazioni specifiche per aiutare gli insegnanti ad affrontare queste particolari difficoltà. Non solo: viene anche chiesto quanti professionisti siano attivi in Ticino nell’ambito delle professioni psicologiche destinate specificatamente a bambini e giovani e se tale numero venga ritenuto adeguato.

“Riflettere a fondo”
Sulla delicata questione si è espresso anche il Direttore di Pro Juventute Svizzera italiana Ilario Lodi, raggiunto dai colleghi di Ticinonews. “Le capacità di risposta a delle situazioni problematiche che i ragazzi oggi hanno, sono in misura minore di quanto fossero prima della crisi sanitaria”, spiega Lodi. “I dati dovrebbero farci riflettere molto profondamente: non si tratta di fenomeni estemporanei o passeggeri, ma di qualcosa che sta silenziosamente cominciando ad entrare nella quotidianità dei giovani, e noi non riusciamo ancora ad immaginare bene quanto possa essere drammatica questa situazione”.

Il bisogno di un confronto
“Un giovane, specialmente in età adolescenziale, ma anche prima, ha un bisogno estremo di un confronto con l’altro”, prosegue Lodi. “Con la crisi pandemica questo confronto è stato in un modo o nell’altro influenzato, se non addirittura dettato, da altri fattori che non fossero quelli dei desideri, delle passioni, dei bisogni. Lo sviluppo di quello che sarà la vita in questo paese nei prossimi mesi ci dimostrerà quanto profonde sono le lacerazioni che questi ragazzi stanno subendo oggi”.

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