
Le scuole artistiche ticinesi, rappresentate dal Comitato SAT, temono per le conseguenze delle misure attuali sullo svolgimento delle lezioni, sull’apprendimento dei loro allievi e anche per la sopravvivenza di molte di esse. Lo comunica oggi lo stesso Comitato, specificando che da lunedì 20 dicembre “tutti gli allievi che abbiano almeno 16 anni e che non siano vaccinati o guariti (Regola del 2G) hanno dovuto interrompere la loro formazione artistica”, visto che non è sufficiente l’esito di un test negativo come in precedenza. Inoltre, dove non è possibile utilizzare la mascherina (corsi di canto, cori, musical”, è ora richiesto il certificato 2g+ per gli allievi over 16.
“Alcune scuole hanno già dovuto chiudere”
Il Comitato SAT, “pur capendo che la situazione non sia facile ed essendo conscio che delle soluzioni vadano trovate”, nella sua nota “deplora il fatto che siano sempre le stesse categorie a dover subire le maggiori conseguenze di queste decisioni e, purtroppo, nonostante qualche aiuto cantonale ricevuto, sono sempre di più le scuole artistiche che rischiano di dover chiudere definitivamente la propria attività”, aggiundendo che “purtroppo alcune hanno già dovuto interrompere la loro attività in seguito a queste nuove direttive da seguire”. Ricordiamo che sono decine di migliaia gli allievi di tutte le età che seguono un percorso formativo artistico in Ticino (teatro, danza, musica e canto, musical) e centinaia sono gli insegnanti assunti regolarmente dalle scuole del Cantone.
“Difficile dire agli allievi che non possono fare lezione”
Il Comitato spiega inoltre quanto è stato difficile comunicare a molti delle decine di migliaia di allievi che svolgono un percorso formativo artistico in Ticino che non sarebbero più potuti entrare in classe. “Non essendo il vaccino obbligatorio, riteniamo che presentare un tampone negativo fatto nelle ultime 24 h prima della lezione era più che sufficiente per garantire loro il prosieguo del loro percorso didattico e garantire una buona sicurezza a livello di piano di protezione sanitario delle scuole”, trovando inoltre “pericoloso” dover “discriminare questi ragazzi che ad oggi non hanno voluto o potuto vaccinarsi privandoli oltre che della formazione anche dell’importanza aggregativa e sociale che rappresentano per loro la frequentazione di una scuola d’arte”.
“Rischiamo una generazione di giovani senza arte e sport”
Le nuove misure colpiscono anche gli insegnanti non vaccinati, che in teoria non possono insegnare: “Qualora venisse confermato che gli insegnanti non in possesso del Certificato 2G non possano insegnare, sarebbe il primo caso in Svizzera dove una categoria deve obbligatoriamente vaccinarsi per lavorare. Ci chiediamo se ciò e legalmente possibile”. Il Comitato conclude che “come accaduto da marzo 2020 siamo e saremo sempre pronti a far la nostra parte per tutelare la comunità, ma sarebbe per noi davvero di vitale importanza che le autorità federali e cantonali (...) mettessero a punto dei protocolli duraturi che possano tutelare il prosieguo della nostra attività didattico-formativa anche perché, se cosi non fosse, rischieremo di avere una generazione di giovani che non avranno potuto fare arte (e/o sport) e un cantone con molte meno scuole artistiche”.
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata