Ticino
Merlani: "Inevitabili casi in Ticino nei prossimi giorni"
Merlani: "Inevitabili casi in Ticino nei prossimi giorni"
Merlani: "Inevitabili casi in Ticino nei prossimi giorni"
Redazione
5 anni fa
Alla conferenza del DSS discusse le misure di sicurezza e gli scenari futuri, nessun blocco ai carnevali

Ha avuto luogo, dalle 16:10 alle 17:10 circa, la conferenza stampa del DSS, trasmessa su Teleticino, per chiarire la strategia del Cantone riguardo all'epidemia del Coronavirus.

I Consiglieri di Stato Christian Vitta e Raffaele de Rosa hanno rassicurato la popolazione sulla presenza di un Panel di esperti con l'ufficio del medico cantonale, l'esercito, l'ufficio veterinario cantonale, il laboratorio cantonale, l'ufficio di prevenzione sanitaria cantonale e diversi specialisti in malattie infettive. Hanno riconosciuto tuttavia che da venerdì lo scenario è cambiato e sono state prese nuove misure preventivate nei giorni precedenti.

Merlani: "cambiata la definizione dei casi, bisogna attualizzarla"

Giorgio Merlani: "A livello internazionale tutte le autorità sanitarie hanno definito le caratteristiche di caso sospetto: o arrivato dalla Cina o che ha avuto contatti con un caso confermato nei 14 giorni precedenti. Venerdì nei casi presentati in Lombardia il contatto con la Cina non era identificabile. Il virus è presente in Europa e in Lombardia senza avere una chiara catena di collegamento con la Cina. Quindi la definizione precedente, la case definition dei casi sospetti non vale più. Quindi abbiamo derogato dal criterio federale e abbiamo dovuto sviluppare una definizione clinicamente più precisa: una polmonite virale con segni di gravità. È essenziale per gli ospedali poter capire subito se chi si trovano di fronte è un caso sospetto".

"Non chiamate ospedali e ambulanza per informazioni, solo l'Hotline ufficiale della Confederazione"

"L'elemento centrale per noi diventa poter effettuare test di laboratorio in tempi rapidi per identificare il virus. Le autorità federali hanno aiutato, nel corso del week end, ad organizzare la cosa. Da domani e dopodomani dovrebbe essere pronta la possibilità di svolgere un test confermato nel Canton Ticino, senza dover inviare campioni fino a Ginevra. Invitiamo in ogni caso a non chiamare l'ambulanza se non c'è necessità e non chiamare ambulanza ed ospedali per chiedere informazioni al fine di evitare il sovraccarico. Chiamare invece l'hotline federale per richiedere informazioni. Hotline che sarà potenziata nei prossimi giorni."

I numeri dell'Hotline della Confederazione sono, lo ricordiamo, 058 463 00 00 per la popolazione, 058 464 44 88 per i viaggiatori. La linea è aperta ogni giorno dalle 8:00 alle 18:00.

"Inevitabili casi in Ticino e Svizzera nei prossimi giorni, fondamentale che chi ha sintomi non si rechi in ospedale o in casa anziani"

Prosegue Merlani: "Ricordo che ad oggi non c'è nessun caso confermato in Svizzera o nel Canton Ticino. È inevitabile che arrivi un caso confermato in Svizzera o nel Canton Ticino nei prossimi giorni. Al momento ci sono ancora casi sospetti, ma niente di confermato. E i casi sospetti sono aumentati non perchè ci sono più casi gravi, ma perché il livello di sospetto è stato elevato. Domani l'Ente Ospedaliero Cantonale introdurrà nuove misure ed esiste già una cellula di crisi in caso di necessità. È fondamentale che chi ha febbre o sintomi influenzali non vada a fare visita in casa anziani o a pazienti ospedalieri, anche in caso di sintomi lievi senza febbre. Per questo prevediamo limiti agli orari di visita. Quello che più di tutto non vogliamo è di scoprire un primo caso in ospedale portato dall'esterno".

De Rosa: "Nessuna limitazione ad eventi, i carnevali continuano"

Riprende la parola Raffaele de Rosa: "All'unanimità abbiamo potuto ricevere e approvare un resoconto del gruppo d'accompagnamento, che ha deciso di non imporre limitazioni ad eventi o manifestazioni pubbliche". Proseguono quindi i carnevali tra i quali il Rabadan. 

Merlani: "Tutti i casi negativi, dovesse esserci un caso positivo popolazione verrà informata immediatamente"

La parola ritorna a Merlani: "Ripeto: non ci sono casi confermati in Svizzera o Ticino, ci sono alcuni casi sospetti. Vi chiedo per favore di non discutere su dove siano, di chi si tratti e dove siano custoditi. Questo ingolfa le attività sanitarie. I casi sospetti sono frutto del principio della prudenza. Dobbiamo testare infatti tutti i pazienti che rientrano nel quadro della diagnosi del coronavirus. Finora sono tutti negativi, se emergesse un caso positivo verrà immediatamente confermato in maniera ufficiale. Se il caso venisse confermato verrà svolta un'indagine ambientale: si risale nelle 48 ore precedenti a una possibile causa dei sintomi e alle persone entrate in contatto con il caso in questione. Queste persone vengono sottoposte a una forma di quarantena preventiva, per un totale di 14 giorni. In caso di sintomi sospetti, queste verranno approfondite tramite colloqui telefonici e test col tampone". 

"Chi è malato non va lavorare"

Prosegue il medico cantonale: "Invitiamo a non lasciarsi prendere dal panico o fare chiamate solo per curiosità. Se si hanno sintomi seri bisogna invece prendere contatto col medico. Non bisogna andare dal medico per paura di avere il coronavirus: un raffreddore comune non è un indice, il medico si chiama solo se si sta veramente male. È lo stato clinico che determina il ricovero. Non è che ogni naso che cola o piccola febbre vanno indagati per un possibile coronavirus. Aggiungiamo: Chi è malato non va a lavorare. Ognuno dev'essere responsabile e pensare a se stesso oltre che alla comunità. Ci aspettiamo lo stesso grado di sensibilità dal datore di lavoro, anche per il loro proprio interesse. Ripetiamo le misure standard di prevenzione: lavare frequentemente le mani, non andare a lavorare o in luoghi affollati se non si sta bene." 

Christian Vitta: "Il Consiglio di Stato dà la massima priorità a questo evento. Importante prendere misure proporzionate all'evoluzione della situazione. Chiediamo alla popolazione di avere fiducia nelle istituzioni. Ribadiamo anche l'importanza di attenersi alle fonti di informazioni ufficiali. Ci sono diversi canali a cui si si può rivolgere: i cittadini che hanno dubbi o sospetti di essere contagiati devono seguire questi canali ufficiali. Ad ogni modo siamo pronti a prendere misure supplementari qualora fosse necessario".

Raffaele De Rosa: "Fondamentale che ci aiutiate a passare questo messaggio: telefonare al medico di famiglia o guardia medica se c'è bisogno, ma non recarsi in ospedale direttamente per evitare il contagio"

Domande conclusive dei giornalisti

Domanda: "Vista la situazione italiana, cosa fare con le frontiere e quanti frontalieri lavorano nelle strutture sanitarie e ospedaliere?" De Rosa: "Abbiamo avuto la possibilità di parlare con Alain Berset e per le frontiere la competenza è federale. Solo nell'ente ospedaliero lavorano circa 120 medici e circa 500 infermieri frontalieri. Non possiamo rinunciare a queste risorse e quindi non è possibile un blocco".

Paolo Bianchi, coordinatore DSS: "Comunichiamo comunque che nell'ente ospedaliero il tasso di frontalieri è la metà rispetto alla media".

Domanda dai giornalisti: "Hanno senso misure come incentivare i frontalieri a lavorare da casa?" Vitta: "Queste misure possono avere un senso e sono benvenute, ma sono a discrezione delle aziende. Non mancheremo di tenere informato anche il mondo economico."

Tre domande da La Regione: "Perché avete deciso di non sospendere gli eventi per aiutare a contenere la diffusione? Il Cantone interverrà con degli indennizzi per le aziende che hanno lavoratori immobilizzati nel Lodigiano o in altre aree? Per Merlani: sono pochi o tanti questi casi sospetti di cui ha parlato, in nome della trasparenza?"

De Rosa: "In Italia hanno fatto la stessa domanda al contrario, se fosse davvero opportuno proibire certe manifestazioni come le partite di calcio. Noi abbiamo deciso di seguire la raccomandazione dei nostri esperti in quanto altre misure sarebbero più politiche che efficaci".

Giorgio Merlani: "Ci sono misure che hanno prova d'efficacia: quarantena, isolamento ed indagine ambientale. Se l'obiettivo è ridurre la velocità di espansione della pandemia potrebbe aver senso, ma vorrebbe dire mettere in piedi misure draconiane per probabilmente non raggiungere lo scopo. Non si può azzerare la possibilità. Il virus circola, c'è e arriverà, è solo questione di tempo. Non ha senso proibire i carnevali e poi magari qualcuno si infetta in una festa privata. Bisogna agire in modo proporzionale. Queste misure se vengono messe in atto devono essere messe in atto in una situazione adeguata. Quello che a volte la pancia suggerisce di fare non è la misura corretta sul piano scientifico e proporzionale."

Christian Vitta: "Per quanto riguarda i risarcimenti alle aziende: nel caso di un caso grave il Cantone non lascerà da soli gli imprenditori e con la Confederazione valuteremo possibili misure d'aiuto".

Paolo Bianchi: "Al momento sono alcune decine al massimo i lavoratori che provengono dalle zone in quarantena e lavorano in Ticino. Quindi l'impatto è molto limitato."

Domanda Tessiner Zeitung: "Che vantaggio c'è a fare il test in Ticino? Qual è il carico attuale sul sistema sanitario e come si prevede cambierà? Prevedete di costruire nuovi ospedali, nel caso?" Merlani: "Il vantaggio chiaramente è di rapidità, non bisogna inviare i campioni a Ginevra ma analizzarli qui con la possibilità di farli girare qui a ciclo continuo. Il carico sul sistema sanitario è di tipo informativo e comunicativo, dato l'enorme numero di richieste e segnalazioni. Per il futuro le garantiamo di avere un buon numero di risorse: abbiamo personale ausiliario, se necessario dell'Esercito, e molte potenziali strutture addizionali. Ma non sappiamo ancora nulla su come andrà effettivamente e comunque opereremo in condizioni diverse rispetto a quelle attuali, anche in casi gravi. Non è costruendo un ospedale in più che risolveremmo il problema, secondo me non è la risposta, l'importante è il livello della cura per ogni letto e non tanto il numero di letti".

Domanda: "Cosa bisogna consigliare a chi desidera recarsi in Italia?" Merlani: "Non c'è alcuna indicazione di limitazione di movimento, neppure in Lombardia da parte delle autorità italiane, al di là della zona rossa. Io non avrei nessun problema ad andare a Milano a cena questa sera."

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