
È accusato di aver toccato nelle parti intime una sua paziente. Di averlo fatto in due occasioni nel suo studio medico, dove la donna era in cura per i forti dolori che accusava alla schiena, postumi di un intervento chirurgico. Alla sbarra un medico italiano, attivo all'epoca dei fatti nel Bellinzonese come medico di famiglia e medico dell'AI.
Secondo il procuratore pubblico Antonio Perugini, l'uomo sulla cinquantina, deve rispondere di coazione sessuale e atti sessuali con persone inette a resistere. Addebiti che l'imputato ha contestato su tutta la linea, anche di fronte alla testimonianza della paziente sentita in aula dal giudice Marco Villa.
Nel febbraio del 2012, l'imputato dopo averla fatta spogliare e stendere sul lettino per massaggiarle la schiena, le avrebbe infilato le mani sotto gli slip, toccandola nelle parti intime. “Piangevo. Per me era un disonore. Aspettavo solo che finisse per scappare via”, ha raccontato la donna alla corte delle Assise criminali.
“Come mai allora - dopo aver subito il primo palpeggiamento - è tornata dal medico”, ha chiesto il giudice. “Mi sono convinta di aver mal interpretato il suo gesto”, ha detto la donna, che ha aggiunto: “in quei mesi era pendente l'incarto per ottenere la rendita d'invalidità. Temevo che il medico me la facesse saltare”.
Una settimana dopo la donna quindi torna nello studio. Questa volta però i palpeggiamenti diventano inequivocabili. Almeno così racconta la paziente, mentre l’imputato scuote la testa. “Respingo fermamente le accuse”, ha più volte ripetuto il medico al giudice che nel tardo pomeriggio ha deciso di sospendere il dibattimento, in attesa di sentire – domattina – la psichiatra che in quei mesi seguiva la paziente.
Verosimilmente, la Corte – che non ha fornito particolari – vorrà sincerarsi sulla topologia di farmaci assunti e più in generale sullo stato di salute psichica della donna al momento dei fatti.
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