
Si tornerà in aula. Il ricorso del procuratore pubblico Mario Branda è infatti stato accolto dalla Cassazione e la sentenza dello scorso ottobre è stata annullata. Sentenza che condannò Nicola Fumiano a 3 anni e 6 mesi e il complice Francesco Spenillo a 2 anni e 6 mesi per tentato omicidio, mentre l’accusa aveva chiesto una condanna per tentato assassinio. Annullati i dispositivi con cui la Corte delle assise criminali aveva ritenuto gli imputati autori colpevoli di tentato omicidio, rispettivamente di complicità in tentato omicidio, la CCRP ha condannato Nicola Fumiano per tentato assassinio e Francesco Spenillo per complicità in tentato assassinio. Il tentativo fu messo in atto nel 2007 ai danni di un taxista di Bellinzona, socio in affari di Fumiano. Mancò solo l'atto finale: la bastonata sulla testa della vittima e l'occultamento del cadavere in qualche burrone della Val Calanca. La Corte di cassazione e di revisione penale ha dunque rinviato gli atti ad una nuova corte delle Assise criminali, precisando che, contrariamente a quanto deciso dalla prima corte nel giudizio impugnato dal procuratore, non potrà essere concesso a Nicola Fumiano il beneficio della desistenza spontanea.
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