
“Cosa devo dire? Sono basito e terrorizzato”. Così Germano Mattei, copresidente dell’Associazione Svizzera per la protezione del territorio dai Grandi Predatori, ha commentato, nel corso di Ticinonews, la decisione comunicata oggi dal Consiglio di Stato di annullare l’abbattimento del lupo. Abbattimento che inizialmente era stato autorizzato dopo la predazione avvenuta il 26 aprile in Val Rovana. Le analisi effettuate, tuttavia, hanno costretto il Governo ticinese a modificare la propria decisione: è emerso infatti che l’attacco non è stato eseguito da un singolo esemplare, bensì da due, appartenenti a un branco dell’Onsernone.
“Saper prendere decisioni drastiche”
I nuovi sviluppi non sono stati apprezzati da Mattei, che ha definito la situazione “incredibile”, anche “pensando a cosa è successo poco distante da Bosco Gurin, dove sono stati sbranati quasi 50 capi. Non si sa più cosa pensare”. Malgrado ci siano delle normative “a un certo punto si deve anche saper prendere delle decisioni drastiche, magari anche contro a quello che è il diritto federale”.
“Stanno distruggendo l’alpeggio”
Le critiche di Mattei sono dure e decise: “Abbiamo dei nemici dell’allevamento, della gente che sta distruggendo l’alpeggio nel canton Ticino, specialmente nelle zone più difficili e discoste. Questa è la triste verità”. Solo la vicinanza dell’abitato a queste predazioni “doveva mettere il Governo nella condizione di dire ‘continuiamo sulla strada che abbiamo abbracciato’. Ho già sentito qualche allevatore e tutti mi hanno detto ‘qui è il preludio al bracconaggio”. Non c’è “più niente da dire. Noi lo sapevamo già che non poteva essere stato un solo esemplare a fare un tale disastro”.
“Le norme devono poter essere modificate in fretta”
Il fatto che ora la palla sia passata all’Ufficio federale dell’ambiente non fa differenza per Mattei. “Ci saranno anche delle regole, ma l’Ufficio federale dovrebbe essere in linea per dire ‘si continua su questa strada”. La situazione “non è pericolosa, è drammatica”. Vicino a Bosco Gurin “è successo un disastro, un altro mezzo disastro è accaduto in Verzasca. Ma cosa aspettiamo per dirlo a Berna? Noi l’abbiamo scritto alla signora Sommaruga che siamo in allarme e che in tutto l’arco alpino non si era mai vista una situazione di questo tipo. Bisogna fare qualcosa e loro devono essere pronti”. Non si possono “aspettare settimane e settimane perché ci sono dei cavilli giuridici e normativi. Le norme si fanno anche per cambiarle, e in modo immediato quando vi è un’emergenza come questa”, termina Mattei.
I nuovi dati che hanno cambiato la situazione
Ma come mai la questione adesso è di competenza federale? Come spiega Tiziano Putelli, capo dell’Ufficio caccia e pesca “gli aggiornamenti si riferiscono alla competenza della questione abbattimento: con i dati che avevamo in precedenza la competenza era attribuita al Cantone, in quanto la predazione del 26 aprile era ricondotta alla presenza di lupi singoli in Val Rovana”. Le analisi genetiche ricevute l’altro ieri sui campioni prelevati “ hanno invece confermato che la predazione è attribuita ai due esemplari del branco dell’Onsernone. Esemplari che noi pensavamo occupassero un territorio più a sud della valle Rovana, in base alle analisi genetiche e alle segnalazioni dei colleghi italiani, dato che si tratta di un branco transfrontaliero”. Ecco quindi il nodo della questione: sui singoli lupi è il Consiglio di Stato a pronunciarsi, mentre la regolazione dei branchi “spetta all’Ufficio federale dell’ambiente, che ci dirà come dovremo procedere”. La sospensione dell’abbattimento “è dovuta al fatto che la decisione era stata presa dal Consiglio di Stato, e oggi, con gli elementi che abbiamo a diposizione, tale decisione non è più valida, in quanto presa da un’autorità non competente”.
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