
È apparsa oggi sul Giornale del Popolo la prima intervista di Marina Masoni nella veste di banchiere. L’ex consigliera di Stato dallo scorso anno è infatti responsabile della sede luganese della Wegelin&Co, la più antica banca della Svizzera, fondata nel 1741. Alla domanda “nostalgia della politica?”, Marina Masoni risponde di sì anche se confessa di non averne del Consiglio di Stato. “Questo - spiega Marina Masoni - perché in Governo non c’era più spazio nell’ultimo periodo per una discussione e un confronto politico basato sulla ragione e condotto con correttezza. Penso - dichiara l’ex ministra - che l’ultimo anno e mezzo in Consiglio di Stato sia da dimenticare”. E qui Masoni si riferisce al vecchio Governo. Ma le bordate all’attuale esecutivo non sono terminate: “Gli aggravi d’imposta prospettati per riempire ancora di più le casse del cantone – dice Masoni – sono una strada sbagliata. In Ticino il debito pubblico è basso e quindi l’allarmismo fatto oggi è veramente fuori posto: serve solo a chi non vuole rinunciare alle imposte e alle tasse per evitare di tenere sotto controllo la spesa pubblica”. Del passaggio dalla politica al suo attuale lavoro, l'ex consigliera di Stato dichiara che "è stato un cambiamento sostanziale e importante anche per chi, come me, in politica ha sempre operato da un lato per promuovere e incentivare la produzione di ricchezza e la creazione di lavoro e dall'altro lato per limitare il più possibile il prelievo statale su questa ricchezza sotto forma di imposte e tasse".E sulla crisi finanziaria, Marina Masoni punta il dito sulla finanza, che ha badato "esclusivamente al corto termine". "Quando la congiuntura è positiva - termina Marina Masoni -, gli utili sono veramente elevati. Quando invece si entra in una fase di crisi, la caduta è pesante. Da un'austostrada di montagna siamo passati alle montagne russe".
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