
Le foto della Limmat tinta di verde fluo hanno fatto il giro della Svizzera. La sostanza, gettata da alcuni attivisti per rendere attenti sull'emergenza climatica, è simile a quella usata in questi giorni a Maroggia, dove uno studio di ingegneria sta effettuando dei test per conto del Comune. "Stiamo usando dei traccianti coloranti per fare una prova idrogeologica. Lo scopo è quello di non vederle nel lago" spiega Jean Kauffmann, idrogeologo della Geopals Engineering, ai microfoni di TeleTicino.
Il sale naftionato di sodio, una sostanza innocua per l’ambiente e gli esseri viventi, permetterà di raccogliere dati necessari a stabilire se potrà veder la luce un pozzo a lago che possa rimpiazzare l’attuale pozzo di captazione delle acque.
"Da tanti anni il comune di Maroggia ha una problematica dovuta a un pozzo di captazione che territorialmente è inserito tra autostrada, ferrovia e cantonale" sottolinea Luca Seeholzer, responsabile Ufficio tecnico Maroggia. "Il Municipio quindi si è deciso ad iniziare questo studio di fattibilità per determinare una nuova posizione con delle nuove zone di protezione delle acque, e quindi non avere più questa problematica della strada cantonale, ferrovia ed autostrada. Il fatto di andare verso il lago risolve una serie di problematiche con cui ci troviamo confrontati da anni con il vecchio pozzo".
Nell’estate del 2016, un incidente nel cantiere della galleria FFS portò infatti allo stop forzato dell’erogazione d’acqua potabile. Maroggia dovette appoggiarsi con un allacciamento d’emergenza alla rete idrica di Melano. In momenti come questo, ci si rende conto di come l’acqua non sia una cosa scontata e vada garantita, in quantità e qualità. La soluzione che si sta esplorando a Maroggia rientra in questo disegno più ampio iscritto a suo volta nel Piano cantonale d’approvvigionamento idrico che promuove una gestione regionale dell’acqua. Oltre ad allontanarsi dalle vie di comunicazione, il pozzo a lago che pesca acqua ad una ventina di metri nel sottosuolo ha un potenziale vantaggio…
"Peschiamo l'acqua del lago nel terreno facendola filtrare attraverso i sedimenti, quindi c'è un certo effetto di pulizia e di filtrazione naturale" aggiunge Jean Kauffmann. "In Ticino abbiamo un esempio - quello di Vira Gambarogno - di un pozzo simile, fatto nella stessa maniera. In questo caso dobbiamo testare quali sono le specificità del posto, vedere se ci sono dei rischi di contaminanti. Dobbiamo valutare la qualità dell'acqua che andremo a captare ad uso potabile".
I risultati dei test definiranno se il pozzo potrà vedere la luce, il progetto definitivo dovrebbe avere un costo attorno al milione e mezzo di franchi.
Maggiori dettagli nel servizio di TeleTicino
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