Ticino
“Mantenere la tradizione dell’accoglienza”
Redazione
3 anni fa
Dopo l’appello dell’organizzazione Campax sono tantissime le persone che hanno manifestato la loro disponibilità ad accogliere a casa propria i rifugiati ucraini. “Accogliere in una casa privata un rifugiato è un’opportunità”, commenta Lorenzo Alberto Pool, già pastore e decano della chiesa riformata grigionese

Sono migliaia gli svizzeri che hanno risposto all’appello dell’organizzazione Campax manifestando la loro disponibilità ad accogliere a casa loro i rifugiati ucraini. Giovedì a mezzogiorno si contavano oltre 6'613 economie domestiche, per un totale di quasi 16'000 posti letto. E i numeri continuano a salire.

Un aiuto da Grono

Tra chi si è offerto c’è anche Lorenzo Alberto Pool, già pastore e decano della chiesa riformata grigionese che in passato aveva già teso la mano a persone in fuga. “Avendo la disponibilità per me è normale offrire il mio aiuto, anche se è un’esperienza molto forte, che ti segna”, ha spiegato ai colleghi di TeleTicino. “Accogliere dei rifugiati significa condividere una tragedia, avere a che fare con persone disperate che raccontano storie difficili, di sofferenza e di speranza”.

Statuto di protezione S

E ora la speranza è rivolta a quel che decideranno a breve le autorità. Venerdì il Consiglio Federale ha messo in consultazione ai Cantoni la decisione di attivare, per chi è in fuga dall’Ucraina, lo statuto di protezione S. Un permesso che garantisce accoglienza collettiva e diritto di soggiorno temporaneo in caso di guerra o di violenza in generale, nonché la possibilità di chiedere il ricongiungimento familiare. “Accogliere i rifugiati fa parte della tradizione svizzera, durante la seconda guerra mondiale ne abbiamo accolti tantissimi e penso che questa tradizione vada mantenuta”, continua ancora Lorenzo.

“Farei loro scoprire la valle”

“Accogliere in una casa privata un rifugiato è un’opportunità, qualcosa di complesso ma se c’è la volontà politica lo si può fare”. Se potesse ospitare delle famiglie ucraine in fuga, cosa farebbe con loro Lorenzo? “Potremmo accudire insieme le galline, le api, chi lo vuole ovviamente. Farei loro scoprire la valle. Si potrebbe cucinare insieme. Insomma, condividere un momento di vita”.

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