Ticino
Manifestanti in piazza contro lo smantellamento di FFS Cargo
Redazione
3 giorni fa
Un centinaio di persone si è riunito a Mendrisio per protestare contro la strategia di FFS e FFS Cargo. Nara Valsangiacomo: "È solo la punta dell'iceberg e questo preoccupa".

È iniziata attorno alle 18.00 presso la stazione di Mendrisio la manifestazione contro la ristrutturazione di FFS Cargo in Ticino, che prevede la chiusura di due terminal in Ticino (Lugano e Cadenazzo) e il taglio di 40 posti di lavoro entro la fine del 2025. La causa, aveva spiegato l'ex regia federale, è dovuta all'attività deficitaria del trasporto combinato (un deficit di 12 milioni l'anno). Da qui la decisione di ridurre i costi di 60 milioni di franchi l'anno entro il 2033. Per due terzi degli impiegati è già stato trovato un ricollocamento interno all'azienda, per l'altro terzo sono in corso colloqui. Per i manifestanti, tuttavia, la strategia di FFS e FFS Cargo è preoccupante.

Le rivendicazioni

Nonostante la pioggia, un centinaio di persone si è riunito di fronte alla stazione, tra sindacati, partiti e associazioni. "Una delle rivendicazioni più brucianti", spiega la presidente di Pro Alps Nara Valsangiacomo ai microfoni di Ticinonews, "è quella della tassa sul traffico pesante, che al momento è inefficace: il 90% dei camion paga ancora troppo poco, di conseguenza dobbiamo fare un adattamento che sia sufficientemente ambizioso. Un'altra rivendicazione è quella di riconoscere il traffico merci come servizio pubblico in quanto toglie i camion dalla strada e permette di rispettare la volontà popolare, come da articolo 84 della Costituzione". Le FFS hanno annunciato che non ci sarà nessun licenziamento, ma i manifestanti restano preoccupati, prosegue Valsangiacomo. "Questi lavori vanno persi in Ticino per sempre. Siamo anche convinti che sia solo la punta dell'iceberg. Sappiamo che arrivano altre riforme da parte di FFS, come il progetto Genesis. Questo ci preoccupa parecchio anche per la politica di trasferimento affinché la ferrovia possa funzionare".

I discorsi al Mercato Coperto

La manifestazione si è conclusa all'interno del Mercato Coperto, dove si sono tenuti i discorsi ufficiali. Diversi interlocutori hanno sottolineato che si tratta di uno smantellamento a spese dei lavoratori. "Si bruciano posti di lavoro, si bruciano competenze acquisite dal personale in decenni e si bruciano decine di milioni investiti", ha sottolineato Alan Tettamanti, che da pochi mesi è vicepresidente dei macchinisti ticinesi iscritti al sindacato SEV e che ha già dovuto confrontarsi con le problematiche che riguardano i ferrovieri. "Quando domani la domanda di trasporto aumenterà, FFS Cargo non sarà più nelle condizioni di offrire soluzioni di trasporto. E se non è smantellamento questo, che cos’è?", si è chiesto. "Transfair si è battuto a livello politico per ottenere i mezzi destinati al trasporto combinato, all’automazione e agli incentivi al carico merci su rotaia previsto dal 2026. Quei fondi esistono", ha ribadito Tessa Jorio, presidente sezione FFS Sud transfair. "Ora ci aspettiamo che le FFS li usino davvero. Che non sprechino questa opportunità. Abbiamo anche chiesto un obiettivo vincolante di trasferimento del traffico merci alla ferrovia, anche per il traffico interno svizzero, ma la politica non ha avuto il coraggio di sostenerlo. Un errore gravissimo".