
In Svizzera entro il 2033 mancheranno 5000 medici, 2300 dei quali di famiglia. Sono le proiezioni preoccupanti pubblicate dall’organizzazione professionale dei medici svizzeri (Fmh). Uno scenario che si traduce inevitabilmente in un allungamento dei temi d’attesa per una visita medica, così come per le file ai Pronto Soccorso. La soluzione più percorribile – secondo l’organizzazione – è quella di spalmare una parte del lavoro dei medici su altri operatori sanitari adeguatamente formati, come per esempio i farmacisti. “Già oggi le farmacie sono molto attive nei compiti di valutazione di primo triage, una prima anamnesi e una presa a carico di quelle che possono essere piccole problematiche”, spiega Federico Tamò, portavoce dell’Ordine dei farmacisti del Canton Ticino. “Le farmacie possono dunque già dare una prima risposta oppure rivolgere la persona al medico di famiglia o verso il pronto soccorso se necessario. Sono cose che già esistono, ma serve un quadro legale che permetta un finanziamento di queste prestazioni da parte della farmacia e che non siano solo a carico del paziente”.
I costi per il sistema sanitario
Per potenziare la presa a carico di cure integrate per Tamò è essenziale che ci sia un adeguamento della legge sull’assicurazione malattia “per dare accesso a queste prestazioni con una garanzia di copertura dei costi per renderle attrattive anche alla popolazione. Da una parte andiamo a creare nuovi costi nel sistema sanitario. Dall'altro ci sono tanti studi che dimostrano che la presa a carico in farmacia ha dei costi nettamente inferiori rispetto al medico di famiglia o un servizio ospedaliero”.