Ticino
Manca l’acciaio, si rischia lo stop dei cantieri
Immagine CdT
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L’allarme arriva dalla SSIC che spiega come l’aumento vertiginoso dei prezzi dei materiali da costruzione e dell’energia stanno causando rincari straordinari

Prima la pandemia e ora la guerra. Il settore delle costruzioni soffre ancora la reperibilità dei materiali. Il contesto internazionale, infatti, causato dal conflitto tra Russia e Ucraina si sta ripercuotendo sull’intero mercato europeo, incluso quello ticinese della costruzione. L’allarme infatti è stato lanciato dalla Società svizzera impresari costruttori (SSIC): “A causa del mancato approvvigionamento dell’acciaio d’armatura i cantieri sono a rischio fino al punto di costringere lo stop”.

“Situazione precipitata”
Nell’ultima settimana, la situazione è precipitata con un aumento vertiginoso del prezzo dell’energia (carburanti e gas in particolare) e di diversi materiali essenziali per la costruzione (acciaio d’armatura, pannelli in legno, tubi in plastica e altri derivati del petrolio). Questi aumenti, essendo ormai dell’ordine del 40-60% rispetto al prezzo di pochi mesi fa, stanno mettendo in grave difficoltà le imprese di costruzioni che faticano a farsi riconoscere tali rincari come straordinari da parte dei committenti o delle rispettive direzioni dei lavori.

“Instaurare un dialogo”
Uno dei problemi principali, spiega la SSIC, consiste nel far riconoscere ai committenti che la situazione con la quale si è attualmente confrontati “non ha nulla a che vedere con il normale rischio imprenditoriale e pertanto è indispensabile instaurare un dialogo, dimostrando buon senso, oggettività e trasparenza per riuscire a quantificare e riconoscere i maggiori costi medianti appositi metodi di calcolo.

A rischio i cantieri
Inoltre, ciò che preoccupa la Società è la garanzia di approvvigionamento futuro di vari materiali per la costruzione. Ad esempio, alcuni rivenditori locali hanno comunicato alle imprese che l’approvvigionamento dell’acciaio d’armatura diventa sempre più difficile a causa della messa fuori uso di grandi produttori ucraini e russi. Questo fatto, sommato all’esplosione dei costi dell’energia che si è tradotto in un aumento notevole dei prezzi, rende impossibile l’acquisto di sufficienti scorte di acciaio. “Nelle prossime settimane, ci potrebbero dunque essere problemi di fornitura causati dalla penuria di materiale a livello europeo, con tempi di fornitura che si potrebbero allungare fino al punto di costringere al fermo cantiere”. Questo scenario, sottolineano, “è da scongiurare anche per non dover ricadere nella necessità di far capo alla disoccupazione parziale”.

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