Ticino
Maltempo e cambiamenti climatici influenzano la pesca in Ticino
Redazione
9 mesi fa
Il maltempo in Alta Vallemaggia ha ostacolato l'accesso ai laghetti alpini e il Lago Maggiore è stato invaso da detriti, influendo sulla pesca. In più, i salmonidi soffrono il caldo, mentre il professionismo in calo preoccupa i pescatori ticinesi.

Apriamo questa seconda edizione parlando di pesca. Il maltempo che ha colpito più di un mese fa l'Alta Vallemaggia ha influito sulla fornitura ittica della zona. Abbiamo deciso così di fare il punto della situazione sulla stagione con il presidente di Federpesca Ticino Urs Lüchinger. Sentiamo i dettagli nel servizio.

I salmonidi soffrono i cambiamenti climatici

Dalle trote e i salmerini dei laghetti alpini ai persici e lucciperca del Ceresio e del Verbano, senza dimenticare il coregone. Per i pescatori ticinesi è un semplice elenco delle loro catture, ma per chi è meno avvezzo all’attività può essere un promemoria per capire quali specie si trovano negli specchi d’acqua del nostro cantone. Attività però che non è esente dai cambiamenti climatici. A soffrirne i salmonidi, come ci spiega il presidente di Federpesca Ticino Urs Lüchinger: "L'acqua si scalda oltre il limite di vivibilità della trota, in particolare i salmonidi, che non riescono più a starci in questi tratti terminali e quindi arrivano altri pesci che resistono meglio alle alte temperature. Notiamo che appunto in questi ultimi tratti terminali i salmonidi sono sempre più assenti."

Laghetti alpini inaccessibili e Lago Maggiore invaso dai detriti

Il passatempo che per eccellenza fa rima con tranquillità ha subito tuttavia un freno dagli eventi naturali estremi. Parliamo del maltempo dell’Alta Vallemaggia che tra i vari settori ha colpito anche quello della pesca. "L'accessibilità ai laghetti alpini, dall'evento col crollo del ponte di Visletto, era negata", racconta Lüchinger. "Quindi, nessuno ha potuto andare su a pescare, per cui ci mancherà la fornitura, la prestazione di questi laghetti che sono rimasti isolati. Anche il fiume, come tutti sanno, ha subito dei danni che devono essere verificati dall'Ufficio caccia e pesca nei prossimi mesi e questo per anche improntare un piano di ripopolamento adeguato. Anche il Lago Maggiore, come è stato riportato dai media, è stato invaso da detriti di legno in particolare che hanno impedito per alcune settimane una pesca regolare."

Il professionismo va scemando

Un ostacolo, il maltempo, che ha colpito gli appassionati e i professionisti del ramo. Professionismo che con il tempo va scemando. Basti pensare che sul lago Ceresio ne è rimasto soltanto uno. "Nel Verbano i professionisti a tempo pieno sono la maggior parte", continua Lüchinger, "mentre nel Ceresio è viceversa: il semiprofessionismo impera, di professionista nel Ceresio ce n'è uno solo. Sul Lago di Lugano quattro o cinque pescatori si sono organizzati componendo una sorta di consorzio. Purtroppo è detto che questa tradizione va scemando, anche perché l'età di questi pescatori è piuttosto alta."

Perché ci sono pochi giovani che decidono di intraprendere questa professione?

"È un lavoro duro, bisogna andare fuori parecchi giorni alla settimana alla sera, metter giù le reti alla mattina presto, che fintanto che è estate uno ha anche piacere ma in inverno con la temperatura a -5 gradi e l'acqua a 5 gradi tirare su le reti ti stacca via le dita dalle mani. In più dopo bisogna portare a casa il pesce, trattarlo, filettarlo, prepararlo e inoltre fornirlo ai ristoranti o ai grotti. È un lavoro molto impegnativo, quindi forse i giovani di oggi ne scelgono altri."

Una passione immortale

Passione, quella della pesca, però che non morirà mai. La pace della canna da pesca tesa su un laghetto mentre il sole sorge resta un pilastro della vita di parecchi ticinesi, tra cui proprio Lüchinger: "La pesca è una fetta enorme della mia vita, arriva subito dopo la famiglia insieme al lavoro."