Ticino
Magistratura, sistema delle nomine da cambiare?
Lara Sargenti
3 anni fa
Andrea Pedroli, presidente uscente del Tribunale d’Appello, ha mosso critiche sul criterio dell’appartenenza a un partito. Norman Gobbi, preoccupato per i ritardi di una nomina, replica sui criteri: “Al primo posto considerata la persona”

Si è aperto questa mattina al Palacongressi di Lugano l’anno giudiziario 2022/23. Un momento di formazione e discussione per gli addetti ai lavori, quest’anno incentrata sulla protezione dei dati. Si è però anche tornati a parlare di un tema spesso oggetto di accesi dibattiti: il sistema delle nomine. “Non credo che l’appartenenza ad un partito sia un criterio importante per eleggere qualcuno”, ha sottolineato il presidente uscente del Tribunale d’Appello Andrea Pedroli durante il suo discorso.

Come funziona il sistema
In Ticino è il Parlamento a nominare i procuratori pubblici e in generale tutti i magistrati, basandosi anche sulla valutazione di esperti. Subentrano però anche logiche politiche. Il sistema si basa infatti sul presupposto che in seno al terzo potere debbano essere rappresentate le varie sensibilità politiche della società. Ma il criterio dell’appartenenza a un partito è davvero importante per eleggere un magistrato? A sollevare la questione in modo retorico è stato appunto il presidente uscente del Tribunale d’Appello Andrea Pedroli, che non ha lesinato critiche anche dure alla politica.

Non si trova il successore di Piffaretti Lanz
Stando a quanto riferito oggi dai quotidiani ticinesi, la Commissione Giustizia e diritti non è ancora riuscita ad accordarsi su chi debba succedere alla dimissionaria procuratrice pubblica Francesca Piffaretti Lanz, che lascerà la carica il primo luglio. Quattro i candidati di varie aree politiche che sono attualmente in corsa per il posto e su cui i commissari non sono riusciti a trovare una maggioranza: Luca Guastalla, segretario giudiziario di area PS; Caterina Jaquinta Defilippi, segretaria giudiziaria che corre come indipendente; Didier Lelais, avvocato in quota Lega; Stefano Stillitano, vice-cancelliere del tribunale penale cantonale di area Verde. Considerati i tempi delle procedure parlamentari e la pausa estiva, il Ministero pubblico, salvo colpi di scena, resterà quindi scoperto di un procuratore per alcuni mesi.

Posto scoperto, Gobbi preoccupato
Questa prospettiva preoccupa il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi. “Quando c’è un magistrato che lascia la carica e il posto non viene subito occupato, gli incarti rimangono fermi. Questo ci preoccupa e auspichiamo che il parlamento possa rispondere in tempi veloci alle richieste della Magistratura, anche dal punto di vista delle procedure di nomina. Posticipare di pochi mesi la nomina del nuovo procuratore non fa del bene al funzionamento del Ministero pubblico”.

Gobbi: “Al primo posto considerare la persona”
Per quanto riguarda l’appartenenza politica, Gobbi ritiene che non sia un criterio preponderante. “La cosa più importante è l’adeguatezza della persona dal punto di vista delle conoscenze tecniche e della personalità. Un giudice può essere per esempio più riflessivo, mentre un procuratore deve avere un certo carattere perché si confronta con criminali che ha sotto inchiesta. Le sensibilità politiche”, conclude Gobbi, “possono giocare o giocano un ruolo nel nostro sistema di nomina, ma deve essere soprattutto considerata la persona”.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata