
Il caso di tubercolosi scoperto su un collaboratore dell’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, attivo presso l’Istituto pediatrico della Svizzera italiana (Ipsi), accende i riflettori su una malattia di cui sentiamo parlare solo raramente. Da noi contattato, l’Ente ospedaliero cantonale ci ha riferito di considerare pressoché escluso il rischio di diffusione nell’ospedale, in ragione anche del rispetto dei protocolli Covid, che riducono pure la possibilità di propagazione di altre malattie. Il morbo – ci è stato spiegato – non è stato contratto all’interno del nosocomio. Il contagiato è attualmente in isolamento e curato con antibiotici.
L’Ufficio del medico cantonale ha comunque ordinato un depistaggio. “Di fronte a un caso di tubercolosi, solitamente sono testati i suoi contatti stretti”, spiega in diretta a Ticinonews Maura Zanolari, consulente in pneumologia pediatrica dell’Ipsi presso l’Eoc. “I contatti stretti sono le persone che vivono con il contagiato o che sono stati in sua presenza per un tempo prolungato, pari a otto ore. Nel caso specifico che ha coinvolto il nostro Istituto, quale misura precauzionale supplementare, abbiamo deciso di testare i pazienti immunosoppressi e i bambini di età inferiore ai 5 anni, in quanto più a rischio”.
In Ticino casi ogni anno
Non è quindi stato considerato necessario estendere l’indagine ad altre categorie di contatti. La dottoressa Zanolari rassicura: “Il nostro collega ha avuto un contatto molto breve con i pazienti e ha sempre portato la mascherina Ffp2. Il rischio che abbia contagiato qualcuno è quindi basso”. Inoltre, è bene contestualizzare la notizia di questo caso, che è stato comunicato alla popolazione in quanto scoperto all’interno di una struttura sanitaria e per la quale sono state predisposte delle misure di controllo. La Svizzera e il Ticino conoscono infatti con una certa regolarità contagi di tubercolosi: “Negli ultimi anni nella Confederazione registriamo fra i 350 e i 550 casi annui, in Ticino dai 9 ai 29 casi annui, a eccezione del 2016, quando abbiamo contato 49 casi”. Non c’è quindi, secondo la dottoressa Zanolari, motivo di allarmarsi: “La situazione è assolutamente sotto controllo. La malattia è ben nota”.
Sintomatica e asintomatica
Ciononostante, la tubercolosi sembra oggi una malattia abbastanza sconosciuta al grande pubblico. “I sintomi sono febbre, tosse, forte sudorazione e malessere generale. Questo quando la malattia si presenta in maniera attiva”. In effetti, la tubercolosi può anche essere presente nel corpo in maniera asintomatica.
Le terapie esistono
La gravità della tubercolosi non deve comunque essere sottovalutata. “Fortunatamente disponiamo però di terapie antitubercolari che possono combatterla”, illustra Maura Zanolari. “L’importante è diagnosticarla: per questo un test di depistaggio è importante”.
In Svizzera non ci si vaccina da anni
Da anni la vaccinazione per la tubercolosi non è praticata in quanto non vi è “presenza endemica della malattia”. Il vaccino viene però somministrato a “pazienti, specialmente bambini di età inferiore a un anno, che tornano da Paesi dove la tubercolosi è endemica e dove hanno soggiornato per un periodo prolungato”. Chi è stato vaccinato da piccolo, spiega la dottoressa, non è protetto da un contagio, ma solo da forme gravi della malattia.
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