Innovazione
Lupo, un collare ticinese per proteggere il bestiame
© Federico Tettamanti
© Federico Tettamanti
Redazione
10 mesi fa
L'idea è nata da due biologi al fine di aiutare gli allevatori di montagna a convivere con la presenza, sempre più importante, del lupo sugli alpeggi. A Ticinonews ne abbiamo parlato con uno dei due ideatori, Federico Tettamanti.

Un collare per il bestiame pensato per tenere lontani i lupi, creato in Ticino. È l'idea che hanno avuto Federico Tettamanti e Davide Staedler, entrambi biologi: il primo specializzato in etologia, mentre il secondo in chimica. Da ben due anni il duo sta infatti lavorando a un progetto innovativo e sperimentale che ha come obiettivo di aiutare gli allevatori di montagna nella convivenza, sempre più problematica, con il lupo. A darne notizia ieri mattina il Corriere del Ticino, dove si legge che l'idea è quella di creare una sorta di barriera olfattiva per far sì che il lupo non si avvicini alla preda. Come? A Ticinonews ne abbiamo parlato proprio con Federico Tettamanti, che è anche titolare di studio alpino.

Unire biologia e chimica

“L'idea è nata due anni fa per via della consapevolezza delle criticità che stavano vivendo i contadini di montagna con il ritorno del lupo”, ci ha spiegato Tettamanti. “Con i miei colleghi ci siamo quindi chiesti cosa potessimo fare per dare una mano a questa parte di popolazione e conoscendo bene i comportamenti dei lupi, la biologia e la chimica della comunicazione degli individui della stessa specie abbiamo pensato a questo collare con feromoni”. Concretamente, questi collari contengono una replica della sostanza prodotta da altri lupi. “Dobbiamo pensare che tutti gli esseri viventi, all’interno di una stessa specie, comunicano tra loro con delle molecole che si chiamano feromoni. Anche tra noi umani abbiamo delle molecole, di bassa intensità, che quando comunichiamo fanno sì che l’altro individuo percepisca qualcosa di noi”. La stessa cosa vale quindi per i lupi, che tramite un olfatto molto forte segnalano i loro territori con la posa di urina “che contiene queste molecole volatili che avvertono a un altro individuo della loro presenza, rimarcando così il loro territorio in qualità di maschio alfa”. L’idea è quindi quella di far credere ai lupi che ce ne siano altri grazie ai feromoni rilasciati dai collari, quando in realtà non è così, dissuadendoli quindi dal recarsi in zona pascolo.

Sperimentazione in corso: a che punto siamo?

“I primi collari li abbiamo messi sulle pecore di un allevatore in Valle Rovana il 27 aprile, quindi sono già 3 mesi che lo indossano”, ci dice sempre Tettamanti, precisando che nelle ultime settimane questo agricoltore ha comunque subito delle predazioni, “ma mai su animali con indosso il collare: questi non vengono attaccati dal lupo”. Tettamanti ha però voluto sottolineare che questa “non è una soluzione che risolverà tutti i problemi, ma il nostro obiettivo è di ridurre dal 50% al 60% le predazioni grazie a un metodo non letale, che per me è già un grosso successo”

Accoglienza da parte degli allevatori

Prima di testare il collare su animali da reddito è stato testato negli zoo, per poi spostarsi sul territorio. “Siamo stati contattati da uno o due agricoltori, che hanno detto di aver sentito questa idea, anche se noi non abbiamo fatto pubblicità”. Agricoltori che, di loro spontanea volontà, hanno detto d voler provare perché non vedono altre soluzioni, “quindi abbiamo cominciato con loro due; poi la voce si è subito divulgata e ora abbiamo 16 aziende in Ticino, una nel Canton Vaud e una nelle Prealpi.  “Oltre a queste aziende su cui abbiamo cominciato la nostra sperimentazione, abbiamo deciso di cominciare anche in Francia con l’appoggio dello Stato francese, che ha trovato il progetto molto interessante. Cominceremo quindi settimana prossima una fase di test da loro, inoltre, con i Grigioni abbiamo già due alpi che andremo a proteggere”. Ma anche in Ticino si proverà a difendere un'alpe con questi collari.

Il costo

“Attualmente il costo nella fase test è di 25 franchi, perché abbiamo una produzione svizzera”. I collari vengono infatti prodotti nei laboratori di Losanna con una produzione solo su ordinazione. “Se noi sappiamo che abbiamo bisogno di 70 collari per un alpeggio ne produrremo altrettanti. Quindi 25 franchi per l’agricoltore e una parte la mettiamo noi con le nostre ditte. In seguito, probabilmente, con una produzione più massiccia dovremo fare dei conti per valutare i prezzi dei collari”.

"Dovrebbe diventare una cosa cantonale"

“Con l'appoggio della Confederazione - che trova il progetto molto interessante e di valore -  e con l'appoggio dei Cantoni, questo aspetto ora dovrebbe passare dai Cantoni e dagli Uffici di consulenza agricola, quindi non dovrebbe più essere il contadino a chiamare, ma dovrebbe diventare una cosa cantonale”. Gli agricoltori potrebbero così avere un costo molto minore e la cosa diventerebbe “più gestibile, perché anche le comande diventerebbero molto più importanti: un'alpe grigionese su cui abbiamo avuto martedì una richiesta parla di 610 capi, quindi non sono più pochi. Essendo però una massa grande il test diventa più interessante”, ha concluso Tettamanti.