Ticino
Lupo sul Pizzo di Claro, “impossibile recintare”
Andrea Scolari
3 anni fa
Nella notte tra martedì e mercoledì il predatore ha ucciso 6 pecore sull’Alpe di Mem. Marco Grassi, allevatore: “Ora le riporto al sicuro in stalla”. Il guardiacaccia: “Le carcasse si trovavano in una zona impervia”

Il lupo colpisce ancora, questa volta sul Pizzo di Claro. Nella notte tra martedì e mercoledì l’animale ha ucciso 5 pecore che si trovavano al pascolo sull’Alpe di Mem, nel Canton Grigioni. “Una sesta pecora è stata lasciata agonizzante e l’ho dovuta sopprimere”, ci spiega Fabio Pregaldini, il guardiacaccia intervenuto per l’attacco. “Ho prelevato il DNA da 5 carcasse e ho mandato i campioni alle autorità preposte per determinare di quale esemplare si tratti”, precisa Pregaldini.

“Impossibile recintarle”
A differenza di altri animali al pascolo, come le mucche ad esempio, le pecore non restano in una zona specifica, ma si spostano libere cercando l’ombra e l’erba più fresca. Non è infatti raro vederle pascolare in zone impervie. “È impossibile recintarle, basta conoscere la zona per capirlo”, ci dice Marco Grassi, il proprietario dei capi predati all’Alpe di Mem. E la conferma arriva anche dal guardiacaccia: “ho trovato le carcasse in una zona impervia, erano su una sassaia e quindi è impossibile pensare a un recinto”.

“Le riporto in stalla”
“In 54 anni non ho mai visto qualcosa di simile”, afferma Grassi. “Da generazioni andiamo all’Alpe di Mem con gli animali, avevo poco più di un anno quando sono salito per la prima volta e quella di mercoledì mattina è la prima predazione che subisco”. Ma cosa fare ora, chiediamo a Grassi? “Sabato cerco di riunire le pecore rimaste all’Alpe e le riporto in stalla, a San Vittore. Non sarà facile farle scendere dal Pizzo di Claro, dove c’è l’erba più buona e un clima più favorevole, ma se riuscirò a radunarle tutte, l’intenzione è quella di riportarle in basso”. Un’impresa che non si preannuncia facile perché all’appello mancano ancora 3 pecore. “Spero di ritrovarle, vive naturalmente”, racconta l’allevatore.

“Bisogna sensibilizzare le persone sull’economia alpestre”
“Il lupo è un animale affascinante, cacciare è nella sua indole”, prosegue Grassi, che quindi non intende puntare il dito sull’animale, ma piuttosto sull’agire delle autorità: “Hanno stanziato milioni per attuare delle misure di protezione contro il lupo, ma continueranno a spendere soldi se non troveranno una soluzione. Mi dà fastidio che buttino via dei soldi pubblici che potrebbero investire in altro”. E qui la figlia Melanie fa una precisazione che apre il dibattito sul tema della convivenza uomo-lupo: “Se non ci fossero gli animali da reddito si comprometterebbe la biodiversità in montagna. L’economia alpestre ha bisogno dei pascoli per avere il suo equilibrio e il lupo lo va a rovinare. Bisogna trovare un compromesso”. Una via di mezzo che, secondo Melanie, parte dall’informazione. “Prima di schierarsi per o contro il lupo bisognerebbe informarsi sul tema e capire quali sono i vantaggi e le conseguenze della presenza del grande predatore sul nostro territorio. Solo dopo, una volta approfondito il tema e tenuti in considerazione tutti gli aspetti, bisognerebbe esprimersi.”

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