Cantone
Lupo, il WWF tende una mano agli allevatori ticinesi
Redazione
2 anni fa
Così la responsabile grandi carnivori Silvia Gandolla: "È necessario trovare un compromesso, continuare a polarizzare il discorso è controproducente".

A margine dell’annuale conferenza stampa, il WWF della Svizzera italiana ha teso una mano al settore primario per affrontare la presenza del lupo in Ticino. "Dobbiamo pensare alla sopravvivenza della specie senza bracconaggio o soluzione fai da te", ha riferito la responsabile grandi carnivori WWF Silvia Gandolla ai microfoni di Ticinonews. "Noi teniamo molto anche alla tutela delle attività del territorio in modo che portino benessere agli animali, dobbiamo quindi trovare un compromesso che faccia funzionare tutto insieme".

"I punti d'incontro sono molteplici"

Un compromesso che non può prescindere da una stretta collaborazione con gli allevatori e il settore primario in generale. I punti d’incontro con il mondo agricolo per il WWF sono maggiori rispetto agli argomenti di scontro. Si parte dall’assunto che il lupo non se ne andrà ma l’ente pubblico può fare di più per informare la popolazione e per sostenere il settore primario nella protezione delle greggi. 

Un equilibrio fra le diverse esigenze

“È giusto mettere i contadini nella posizione di potersi difendere - precisa Gandolla - quindi che non sia un onere finanziario che porti a chiudere un’azienda e che ci sia anche il rispetto della popolazione nelle misure di protezione. Inoltre, dove davvero non è possibile proteggere il bestiame in modo efficace che sia prevista anche una regolazione di quelle popolazioni di lupo più problematiche”. L’approccio è dunque quello di trovare un equilibrio fra le differenti esigenze, compito che chiama in causa anche i privati cittadini.

"È ora di mettersi d'accordo"

E proprio nel solco di quest’ottica pragmatica, adottata per rispondere alla problematica del lupo, deve leggersi la mancata adesione del WWF al referendum contro la revisione della legge sulla caccia, i cui promotori di recente hanno annunciato il fallimento: “Riteniamo che a questo punto - conclude Gandolla - sia controproducente continuare a polarizzare il discorso perché non si riesce ad avere dei risultati che possano essere utili né alla conservazione del lupo né alla conservazione dell’agricoltura di montagna. Adesso è il momento di cominciare a lavorare insieme e cercare di mettersi d’accordo”.