Predazioni
Lupo, alpigiani e allevatori lanciano una petizione. "C'è in gioco l'abbandono degli alpeggi"
Redazione
2 giorni fa
“Basta perdere tempo! Salviamo ora o mai più l'allevamento e l'attività alpestre in Ticino", è questo il titolo della petizione popolare lanciata dal Gruppo Territorio Alpeggi. Una necessità nata dalle conseguenze disastrose delle predazioni del lupo nel 2025. I capi predati quest'anno ammontano a 195 a cui si aggiungono 153 ovini dispersi.

Il tema del lupo è sempre più oggetto di discussione. È stata così lanciata la petizione “Basta perdere tempo! Salviamo ora o mai più l’allevamento e l’attività alpestre in Ticino”, promossa dal Gruppo Territorio Alpeggi, gruppo cappello di numerose associazioni di settore. La deputata in Gran Consiglio Roberta Soldati (UDC) ci ha spiegato che in questa situazione “non c'è solo il rapporto allevatori-lupo, anche se questo va a incidere in tutta una serie di settori, sia a livello di prodotti locali che di turismo. Ma soprattutto è in gioco la sicurezza delle persone”

La petizione

La petizione chiede innanzitutto di chinarsi seriamente su una problematica che dal 2018 ha visto un aumento degli esemplari alle nostre latitudini. Ad oggi, infatti, il Ticino conta 24 lupi. “È un’annata difficile, con il numero di predazioni in aumento. Se a questo si aggiunge il minor numero di alpeggi caricati, ecco che la situazione risulta più grave di quello che le sole cifre dimostrano”, ha affermato il presidente dell’Unione Contadini Ticinesi Omar Pedrini.

Questione alpeggi

L’abbandono degli alpeggi preoccupa il settore così come tutto ciò che ne consegue. “Un alpeggio abbandonato è un alpeggio perso”, sostiene il consigliere nazionale Alex Farinelli (PLR). “Se da un lato noi vogliamo mantenere un’economia nelle regioni periferiche del nostro territorio, dall’altro c’è anche la cura di una tradizione e della presenza di prodotti ticinesi. Dobbiamo quindi agire subito: nel giro di pochi anni tutto questo potrebbe scomparire”. Sono 195 infatti i capi predati quest’anno secondo l’Ufficio della Caccia e della Pesca, a cui vanno aggiunti 153 capi dispersi. Due di questi erano di Flavia Anastasia che ha deciso di adottare individualmente delle soluzioni: far partorire le capre in autunno in modo da produrre il formaggio in casa. “Quindi non produrremo più formaggio d’alpe. Le nostre capre andranno all’alpeggio asciutte, senza produrre latte”.