Ticino
LuganoAirport decolla la polemica
Redazione
12 anni fa
“Tutta colpa di LuganoAirport”, commenta il direttore della E-Aviation. Sozzi ribatte: “c’è un contratto e va rispettato”

“Utilizzare i propri dipendenti come scudo naturale non mi sembra un atteggiamento etico”. Non usa mezzi termini il direttore di Lugano Airport Alessandro Sozzi per rispondere alle accuse mosse da Dario Kessel, direttore della E-Aviation, azienda che ad Agno gestisce i servizi a terra per l’aviazione privata. Come anticipato dal nostro portale, 13 dipendenti della E- Aviation rischiano il posto di lavoro. Tutta colpa secondo Kessel del contratto d’appalto stipulato con Lugano Airport. “Ogni anno ci crea perdite per 180 mila franchi”, ha detto Kessel, secondo il quale la direzione di Lugano Airport si era impegnata a modificare il testo in funzione delle reali mansioni svolte dall’azienda. “Kessel dovrebbe imparare a far beni i calcoli”, ha replicato dal canto suo il direttore Sozzi. Ora è troppo semplice dare la colpa a Lugano Airport facendo portare la croce ai dipendenti”. Telegrafico il commento del capodicastero Angelo Jelmini: “Tra le parti c’è un contratto. A questo testo ci si deve attenere”. E tuttavia, continua Kessel, se il contratto non cambia, il prossimo 30 novembre i licenziamenti diventeranno effettivi. Un eventualità che dal profilo organizzativo non spaventa Sozzi: “Abbiamo tutte le conoscenze tecniche per svolgere le loro mansioni”. Frase sibillina che alimenta nuove polemiche. Secondo Kessel, la volontà di Sozzi sarebbe proprio questa: “dirottare parte del personale di Lugano Airport nelle attività gestite dalla E Aviation. Un travaso di personale necessario per contenere le spese e non licenziare. Due mosse indispensabili soprattutto qualora lo scalo Luganese dovesse chiedere una nuova ricapitalizzazione. Del resto il bilancio del 2012 parla chiaro: 600 mila franchi di perdite. Un rosso che pesa il doppio a fronte dell’avvenuta ricapitalizzazione del 2011 di circa 2 milioni di franchi: 1,5 a carico della città. E mezzo milione circa a carico del Cantone. Intanto sulla necessità di un riorientamento dello scalo – alla luce della partenza della compagnia greca - se ne discuterà giovedì in Municipio, ci ha spiegato Jelmini. “Nelle prossime settimane presenteremo agli azionisti un piano strategico”, gli ha fatto eco Sozzi, affinché lo scalo possa diventare autosufficiente dal profilo economico. Ma è chiaro prima si dovrà coprire il disavanzo e risolvere alcune fondamentali questioni pendenti da tempo: come l’allungamento della pista verso nord. Anche se all’orizzonte nessuna nuova compagnia sembra intenzionata ad atterrare. fp

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