Ticino
Lugano mercatino del terrore? "Ci minacciano per ogni cosa"
Lugano mercatino del terrore? "Ci minacciano per ogni cosa"
Lugano mercatino del terrore? "Ci minacciano per ogni cosa"
Redazione
5 anni fa
L'Associazione Mercanti Itineranti denuncia un malcontento generale e punta il dito contro la città

"Mercatino di Natale Lugano. Il mercato del terrore". È il titolo di un comunicato stampa dell'Associazione Mercanti Itineranti della Svizzera Italiana (AMISI), che vuole trasmettere il "malcontento generale" creatosi nelle ultime settimane nell'ambito della gestione del mercatino. L'associazione in particolare denuncia una disparità di trattamento fra i diversi partecipanti alla manifestazione "Città del Natale" e accusa la Divisione Eventi e Congressi della Città, nonché la polizia cittadina di "minacciare" gli espositori se non rispettano gli impegni presi. 

"Nell’arco degli anni la città ha cambiato spesso gestione dentro i vari uffici legati al Comune di Lugano per quanto attiene il mercatino" sottolinea l'associazione in una nota. "Sempre ci fu un regolamento riguardo ai doveri degli espositori e alla gestione dello spazio affittato. Fino alla gestione anteriore però, si è mostrata flessibilità nell’applicazione di queste regole, a dipendenza del prodotto venduto e delle necessità individuali, in modo da permettere, in particolare, a coloro che vivono esclusivamente di mercato, di poter far quadrare i conti prima delle festività".

Ma quest'anno qualcosa è cambiato. "Con la nuova gestione del mercato si è creato un malcontento generale causato dalle continue minacce lanciate dall’organizzazione (Divisione Eventi e Congressi della Città di Lugano) o dalla polizia che viene impiegata sistematicamente dagli organizzatori per diffondere il terrore. Numerosi espositori si sono lamentati per svariati motivi presso l’organizzatore, ma la risposta più frequente è stata l’invio delle forze dell’ordine con minaccia di sanzioni economiche e future diffide".

L'associazione, che non si sofferma su casi particolari per paura di rappresaglie, scrive che a inizio settimana, a causa delle ingenti precipitazioni, alcuni espositori hanno deciso di ridurre il loro orario d’apertura. "Subito l’organizzazione ha inviato una mail minacciosa, ricordando l’obbligo di apertura accettato nel contratto. Nello stesso momento però la Divisione Eventi e Congressi ha annullato tutti gli eventi da loro gestiti durante tutta la settimana, a causa della pioggia".

Secondo AMISI le strutture (parpai e casette) affittate agli standisti sono inoltre inadatte alla vendita ambulante, specialmente con il maltempo. "Le casette sono troppo alte per una visualizzazione sufficiente della merce e nei parpai entra l’acqua. Inoltre, entrambe le strutture sono funzionali solo per pochissimi tipi di merce. La maggior parte della merceologia che, specialmente i professionisti del settore, offrono, hanno la necessità di essere esposti con dei mezzi che non possono essere inseriti nella struttura e che sono esposti alle intemperie".

Prima dell’arrivo di queste strutture, precisa ancora l'associazione, il Municipio "metteva a disposizione dei commercianti ambulanti dei piccoli gazebi (2 x3 metri) che offrivano protezione sia dall’acqua, che dal sole, e che si adattavano a tutte le esigenze". Ma questi furono ritirati "a causa della scritta pubblicitaria (AIL) che figurava sul tetto. Pur essendo stati regalati alla città per scopi pubblicitari, per alcuni anni gli espositori hanno pagato circa 50.- di affitto giornaliero per i gazebi, oltre alla tassa per il suolo pubblico. Anche per le strutture attuali, le spese continuano ad essere simili pur essendo state ammortizzate da anni". L'Associazione chiede quindi alla città di fornire "delle strutture adeguate, prendendo in considerazione anche l’opinione di coloro che sono costretti ad usare queste infrastrutture, e non solo l’opinione dei commercianti locali che ci vogliono usare solamente per addobbare la città, evitando qualsiasi possibilità di poter fare loro la concorrenza".

Un’ultima parentesi riguarda presunte irregolarità nel trasporco di merci: "L’ente organizzativo continua a minacciare in vari modi, specialmente con la polizia, a noi commercianti itineranti professionisti, per qualsiasi minima pecca, ma non si preoccupano minimamente degli orari d’apertura dei baretti gestiti dai ristoranti locali, che aprono e chiudono quando fa loro comodo. Neanche si preoccupano di controllare l’identità e la condizione legale degli espositori. Anche in questo mercato si continuano a vedere espositori arrivare con veicoli stranieri a scaricare la propria merce, pur essendo vietato in Svizzera, il trasporto interno di merce commerciale con veicoli stranieri. È possibile che qualcuno di questi espositori sia in regola con la dogana e con i permessi di lavoro, ma dopo i controlli fatti lo scorso anno nel locarnese, ci siamo dovuti rendere conto che la percentuale di coloro che esercitano questa attività con veicoli stranieri e che al contempo sono in regola, è infinitamente bassa".

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