
In pieno clima natalizio a Lugano c’è aria di discordia. Tra le varie casette presenti in città, infatti, ce n’è una che, a causa delle sue dimensioni, ha creato del malcontento, tanto da interpellare il Municipio per la sua immediata rimozione. Stiamo parlando dello chalet dei fratelli Gabbani, che una decina di giorni fa ha fatto capolino in Piazza Cioccaro.
"La struttura viola le norme di attuazione del PR"
A essere oscurato è in particolare Palazzo Riva, un edificio del ‘600 protetto da enti locali. Delle tre missive giunte in Municipio per chiedere lumi su come sia stato possibile permettere ai fratelli Gabbani di mettere in piedi una struttura del genere, una arriva proprio dai proprietari del Palazzo, gli avvocati Wicki, che hanno richiesto la rimozione immediata. "Riteniamo che tale struttura, ancorché provvisoria, violi le norme di attuazione del piano regolatore di Lugano, le condizioni poste dal Municipio in materia di agevolazioni Covid e in ogni caso non rispetti il contesto architettonico della piazza e del nucleo storico, caratterizzato dalla presenza di un importante bene culturale protetto della Città", ci spiega da noi contattato l’avvocato Francesco Wicki.
Commerci oscurati
I problemi riguardano anche gli esercenti adiacenti che si sentono oscurati dalle dimensioni dello chalet, in particolare proprio il negozio che si trova a piano terra del Palazzo storico. "Il nostro negozio è stato completamente oscurato, soprattutto per chi viene dalla stazione", ci racconta l'esercente. "Per il momento la nostra attività non ne ha risentito, per il futuro non sapremi dire".
Un permesso speciale
Dal canto suo, il Municipio, riunitosi proprio questa mattina, chiarisce il perché dell’effettiva differenza di dimensione dello chalet Gabbani rispetto a quelli presenti in piazza Riforma. "Gli chalet che abbiamo in Piazza riforma o gli altri chalet del gusto sono autorizzati per il Natale”, spiega il vicesindaco Roberto Badaracco. “Per lo chalet in piazza Cioccaro c’è un'autorizzazione eccezionale, che diamo per i periodi post covid durante l'autorizzazione di un uso accresciuto dell'area pubblica. Questo permesso è stato rilasciato in questo ambito”.
Rispettato il 30% in più?
Il permesso si riferisce alla possibilità di ampliare la propria superficie del 30%, messa in atto nel periodo covid, e che la città di Lugano ha deciso di mantenere in vigore fino a Pasqua del 2024. A “incriminare” lo chalet sarebbe proprio questo 30%, che non sembrerebbe rispettato. “In inverno queste strutture devono essere chiuse e quindi sono più impattanti. Da qui è forse nata la problematica. Lo chalet è effettivamente è una presenza molto forte e tutti ritenevamo meno impattante”.
Si deciderà la prossima seduta
Nella seduta odierna dell’esecutivo le tre missive hanno tenuto banco e presto il municipio si esprimerà in merito, valutando anche l’eventualità di una rimozione come richiesto dai proprietari del palazzo. “Abbiamo dato mandato ai servizi di riesaminare tutta la fattispecie e quindi l'autorizzazione e l’uso del suolo pubblico. Riceveremo un rapporto la prossima seduta e capiremo cosa è possibile fare. Poi prenderemo una decisione definitiva”, conclude Badaracco.