
Può sembrare un'attività allettante, quella di passare l'estate vendendo gelati in uno dei numerosi banchi che vengono allestiti a Lugano. Un lavoro comunque all'aria aperta, tra la gente, e almeno apparentemente non troppo pesante. Il classico lavoro estivo per studenti. Può sembrarlo, sì. Ma la realtà potrebbe anche essere tutt'altra. Almeno secondo quanto ci hanno raccontato diversi dipendenti ed ex dipendenti della Gelateria luganese, quella che gestisce i punti vendita del Parco Ciani, di Via Pessina, Via Nassa e Via Vela, i più pregiati e redditizi, insomma. "Condizioni agghiaccianti"Paghe irrisorie, che secondo quanto riferitoci oscillano tra i 5 ed i 9 franchi all'ora. Niente ricevute, visto che la paga viene consegnata a mano, non a un giorno fisso ma quando gli gira al titolare. Contratti inesistenti, dato che l'accordo verbale, che ovviamente non offre nessuna certezza, viene considerato valido dal titolare. Lavoro notturno, in contrasto con la legge, anche per gli studenti minorenni. Licenziamenti in tronco, nel caso il dipendente non riesca, anche una sola volta, a rispettare i turni previsti. "Pianificazione inesistente"Che poi i turni non sono previsti. Il dipendente viene chiamato giorno per giorno, a seconda della meteo e delle necessità dell'azienda. La sera, quindi, non sa se il giorno seguente lavorerà. Ciò non toglie che deve comunque restare a disposizione. E se poi viene chiamato ma inizia a piovere, viene rimandato subito a casa. Una trasferta a vuoto, come si usa dire. "Paura a far valere i propri diritti"Questo secondo numerosi ragazzi che lavorano o hanno lavorato per la Gelateria luganese. E anche secondo il sindacato OCST che, da noi interpellato, conferma di essere a conoscenza di queste lacune. "Il problema è che però nessun dipendente osa far valere i propri diritti" spiega Paolo Locatelli, responsabile del settore vendita. "Si lamentano ma poi non agiscono. Sono perlopiù lavoratori che possiamo definire deboli, già solo per il fatto che accettano condizioni di lavoro del genere. E poi, forse il timore di ripercussioni o la scarsa fiducia di poter ottenere giustizia, li distolgono dal procedere legalmente." "Pensano di essere pagati in nero, ma non è vero"Ma il direttore della società, Francesco Biasci, rimanda tutte le critiche al mittente. "I nostri salari non li comunico, ma posso assicurare che rispettano i minimi previsti per legge e che nessuno nella mia azienda viene pagato in nero" afferma. "Forse qualche minorenne ha pensato di essere stato pagato in nero, perché essendo personale non assoggettato non dobbiamo pagargli l'AVS. Ma una regolare ricevuta la ottengono tutti." "Fare un contratto, troppo impegnativo"Biasci ammette però che molti dei suoi dipendenti non hanno un contratto. "Beh, se uno viene a lavorare solo per qualche settimana, è più la spesa che l'impresa. C'è spesso chi dice di voler lavorare per un mese e poi dopo una settimana se ne va. In questi casi non posso mica perdere tempo per andare ai sindacati a far valere le mie ragioni. Facciamo un accordo verbale e se entrambi le parti sono d'accordo va bene così. Tutto è chiaro sin dall'inizio." "Ai minorenni solo mansioni semplici"Anche il lavoro notturno dei minorenni, secondo Biasci, è un'invenzione. "Agli studenti diamo sempre mansioni più semplici rispetto a quelle dei dipendenti fissi. E in ogni caso non lavorano mai oltre le 22 di sera." "Sanno che il lavoro non è garantito"Nemmeno le trasferte a vuoto sarebbero realtà. "Noi paghiamo sempre, almeno a quelli che vengono da più lontano, due ore di lavoro, anche se poi piove e non c'è bisogno di loro. E comunque loro lo sanno, dal momento in cui hanno dato l'assenso al contratto
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