
La città ha definito la rotta. Un gruppo di lavoro dovrà analizzarla e il Consiglio comunale deciderà se confermarla o meno. Sono queste le tappe in cui passerà il futuro dell’Aeroporto di Lugano-Agno. Il primo tassello è stato messo giovedì con la presentazione del Piano direttore comunale, in cui il Municipio ha confermato di credere nello scalo. “L’Aeroporto rimane un asset strategico della Città” si legge nel documento, nel quale viene ribadita la necessità di mantenere la “capacità di accoglienza di voli di linea e voli charter qualora compagnie aeree ed operatori turistici lo richiedano”. Il municipale e capodicastero Sviluppo territoriale della città di Lugano Filippo Lombardi ha confermato a Ticinonews che il Municipio lo considera un asset strategico, “anche senza i voli di linea, per il momento. Deve mantenere la potenzialità per i voli di linea e charter, ma deve anche puntare sull’aviazione generale, sulla scuola di volo, sulla manutenzione dei velivoli e sulla salvaguardia dei posti di lavoro e della base elicotteristica”. C’è quindi tutta una serie di ragioni per cui l’Esecutivo cittadino continua a ritenerlo strategico.
Una suddivisione della gestione
Archiviata definitivamente l’idea di assegnare in toto la gestione ai privati, la proposta lanciata venerdì 25 ottobre è quella di un partenariato pubblico-privato. Per analizzare questo scenario il Municipio ha incaricato un gruppo di lavoro di funzionari interni e consulenti esterni che dovranno allestire il concetto per una suddivisione della gestione ordinaria dagli investimenti immobiliari. “È un’infrastruttura importante sia per la Città che per l’intera regione", ribadisce Lombardi. "Non averne un controllo, in particolare nella fase attuale dove bisogna rinnovare la concessione, sarebbe stato pericoloso. Ora la soluzione è che si tratta di un servizio al pubblico al pari di altri servizi. In questo caso, però, non investiamo, perché la Città ritiene che bisogna aprirsi ai privati. Il connubio pubblico-privato è quindi la soluzione più idonea”.
L'intervista al direttore operativo Christian Castelli
Per dare uno sguardo alla parte operativa e per fare il punto sull’attività dello scalo siamo andati sul posto e abbiamo incontrato il direttore operativo Christian Castelli, in carica dal primo luglio di quest’anno. Con lui siamo partiti proprio dalla definizione usata dal Municipio: perché l’aeroporto di Lugano Agno è un asset strategico? “In qualsiasi aeroporto, per valutarne la sua strategicità, bisogna tenere in considerazione quello che è il bacino d'utenza. In questo caso il bacino d'utenza non è solo sviluppato a Nord ma anche a Sud della città”.
In questo senso il potenziale è di almeno 1,5 milioni di utenti. Ma le potenzialità per attrarre nuovi vettori aerei ci sono?
“Dai contatti che ho giornalmente vedo che c'è un
grandissimo interesse per Lugano per poter affittare degli hangar e per avere degli
spazi che allo stato attuale l'infrastruttura non offre”.
Cosa pensa del modello proposto dal Municipio, ossia un partenariato pubblico–privato?
“In generale, uno dei grandi vantaggi è una migliore
gestione del rischio. Un coinvolgimento finanziario che può variare, ma che può
anche essere pari a 0 per le finanze della città. Inoltre permette anche di
poter svolgere o di attrarre maggiore innovazione rispetto ad altre soluzioni”.
Perché un privato dovrebbe essere interessato a investire?
“Un privato investe dove ha un ritorno positivo
del capitale investito. Assieme al Dipartimento delle finanze della città
stiamo anche sviluppando tutta una serie di business plan dove questi aspetti di
flussi finanziari vengono analizzati in dettaglio. I dati che abbiamo fino ad
adesso sviluppato dimostrano che potrà essere un investimento molto interessante
per eventuali privati”.
Ci fa il punto dell'attività aeroportuale?
“Ad oggi credo che le attività dell'Aeroporto di
Lugano-Agno si siano abbastanza stabilizzate. Negli
ultimi 3-4 anni c'è stato un numero di movimenti abbastanza stabile, soprattutto
per la business aviation, così come la scuola. Entrambi i dati sono leggermente
in crescita e dunque ci sono le premesse per rilanciare tutto il settore”.
Quanti sono gli utenti dell'aeroporto?
“Come utenti valutiamo il numero di atterraggi, siamo
circa sui 4’000, con varie fluttuazioni. Per la "civil aviation" sui 9’000 per i
voli legati ad attività di istruzione o voli di piacere”.
C'è la possibilità che tornino i voli di linea?
“Il nostro compito è quello di essere pronti per
eventualmente accogliere una linea, che deve essere messa in opera da una
compagnia aerea. Siamo sempre in discussione con varie compagnie, però al
momento non c'è ancora qualcosa di concreto. Ciò non vuol dire che in un lasso di tempo medio non ci possa essere un ritorno della linea”.
Che condizioni servirebbero per convincere una compagnia
a creare un volo di linea su Lugano?
“Bisogna capire il contesto in cui ci
si muove. Uno dei fattori limitanti è la questione cabotaggio, ma in altri contesti ci sono stati degli accordi che sono
andati oltre per le linee terrestri. In teoria se si trova
la volontà politica si potrà anche superare questo tema nell'ambito dell'aviazione”.
Quali potrebbero essere le destinazioni più interessanti, tenendo
conto che Zurigo oggi è raggiungibile velocemente anche in treno?
“In generale la destinazione più richiesta è Ginevra. A livello di statistica vediamo che le destinazioni più importanti rimangono
nei paesi limitrofi. Abbiamo comunque anche destinazioni di alcuni operatori
che vanno fino agli Stati Uniti, Nord Africa e Medio Oriente”.