
"Impetuoso”. È con questo aggettivo che i democentristi in Gran Consiglio – tramite una nota stampa – definiscono il tanto discusso Preventivo 2026, accolto dalla maggioranza dei deputati. A detta dell’UDC, “il treno per contenere in modo moderato la crescita della spesa - e quindi del debito - è passato e non torna più”. Il partito torna infatti a sottolineare come – volenti o nolenti – bisognerà procedere con dei tagli “anche pesanti, come alla fine degli anni ’90, invece di frenare la crescita della spesa come più volte voluto e indicato concretamente proprio dall’UDC negli ultimi anni”.
“Abuso della parola responsabilità”
L’approvazione da parte della maggioranza del parlamento ticinese del preventivo non è quindi andata giù all’UDC, secondo cui la parola “più abusata da PLR e Il Centro è ‘responsabilità’”. Il motivo? “Votano un buco di 108 milioni facendo peggio del Governo, nonostante un aumento di tasse e imposte di oltre 80 milioni. Inoltre, con costante cantilena e cedendo ai socialisti, rinviano sempre tutto alla prossima volta. Sono davvero questi due partiti i più responsabili?”. L’UDC ha voluto poi ricordare come, da oltre un decennio, i due partiti “fanno prediche, proclami, stracciamenti di vesti e minacce speranzosi di vedere il preventivo successivo finalmente positivo. Non accade mai e nulla cambia nemmeno tra la maggioranza che continua imperterrita a proporre la stessa retorica ogni anno”. Se davvero questi partiti avessero voluto mandare un segnale forte, prosegue il testo, “l’occasione sarebbe stata bocciare il Preventivo 2026, l’unico modo efficace per obbligare il Consiglio di Stato a fare finalmente i compiti, ad assumersi le proprie responsabilità e a presentare un piano serio di risanamento”.
La ricetta dell’UDC
L’UDC, dal canto suo, boccia il Preventivo “perché si vuole il pareggio come indicato dal Parlamento e dal popolo nel 2021”. I democentristi intendono infatti “evitare di gettare 2 miliardi di debiti sulle spalle della prossima generazione e mirano a un piano di risparmio anziché a misure casuali che fanno male inutilmente”. Per l’UDC è quindi necessario lavorare sul Piano Finanziario da subito “con un obiettivo di pareggio fra 3-4 anni. Ci vogliono due tipi di intervento: un pacchetto ‘hard’ sul breve e medio termine che contiene diverse misure di risanamento, e uno ‘soft’ sul medio lungo termine volto a mantenere la disciplina finanziaria”
