Ticino
Lucano: “Rifarei tutto quello che ho fatto”
Redazione
2 anni fa
L’ex sindaco di Riace si racconta a Ticinonews in occasione del suo soggiorno a Lugano dove ha ricevuto il premio “Main dans la Main”

Venerdì sera si è tenuta la cerimonia di consegna del premio “Main dans la Main”, assegnato dall’omonima associazione ticinese all’ex sindaco di Riace Domenico “Mimmo” Lucano. Attivista e politico italiano noto per il suo impegno nell’accoglienza dei migranti, tanto che del suo “modello riace” si è parlato in tutto il mondo, lo scorso 30 settembre è stato condannato in prima istanza a 13 anni di carcere per presunti illeciti proprio nella gestione dei migranti, con l’ingiunzione di restituire allo Stato mezzo milione di euro. Una sentenza che, per la sua severità, ha suscitato contestazioni, sia nel mondo politico sia da parte di diversi magistrati. Ticinonews lo ha incontrato in occasione del suo arrivo a Lugano, parlando con lui della sentenza e dell’attuale situazione in Europa.

“Rifarei quello che ho fatto senza nessuna incertezza - puntualizza Lucano - Mi rendo conto che la deriva giudiziaria della mia storia personale conta poco rispetto alla grande tristezza del mondo”.

Nella piccola comunità di Riace da lui amministrata dal 2004 al 2018, Lucano ha accolto centinaia di rifugiati e ripopolato la cittadina calabrese dando vita a un vero e proprio modello che ha fatto il giro del globo: “Probabilmente è una storia da criminalizzare perché indica delle soluzioni dove non c’entra la guerra, non c’entra la vendita delle armi, non c’entra la soluzione militare, non c’entra costruire dei muri. Quanti soldi si stanno sprecando per costruire dei muri? Addirittura 12 Stati dell’Unione Europea chiedono aiuti economici per costruire i muri oppure per fare chilometri e chilometri di filo spinato. Sono gabbie contro gli esseri umani”.

“Quale sarà il pensiero delle persone che verranno in futuro rispetto a questo atteggiamento schizofrenico? Quello che sta accadendo ai confini con la Bielorussia, la Polonia e la Romania dovrebbe farci riflettere profondamente sulla deriva dell’umanità a cui stiamo assistendo”, conclude Lucano.

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