
Rendimenti bassi e innalzamento della speranza di vita stanno mettendo in crisi la previdenza professionale. A dirlo il Consiglio federale, secondo cui, sono proprio questi i motivi che giustificano la riforma della LPP. Ma vediamo nel dettaglio i suoi capisaldi: il primo concerne la riduzione del tasso di conversione dal 6,8 al 6%. Per essere più chiari, chi ha un avere di vecchiaia di 100mila franchi, oggi percepisce 6’800 franchi ogni anno. Se la riforma venisse accolta, ne percepirebbe soltanto 6mila. Per ovviare a quella che, di fatto, è una riduzione della rendita, viene introdotto il caposaldo numero due, ovvero le misure di compensazione. Anche queste sono due; prima di tutto verrebbe aumentato il salario assicurato. Oggi, infatti, lo è soltanto una parte. Attualmente, dallo stipendio viene dedotta una quota pari a 25’725 franchi. Quello che resta è la parte assicurata. Con la riforma questa quota non sarebbe più fissa, ma equivarrebbe al 20% del salario. Il restante 80 sarebbe assicurato. La seconda misura di compensazione prevede, di conseguenza, che datori di lavoro e lavoratori versino contributi più alti.
Il caposaldo numero tre concerne invece il facilitare l’accesso alla previdenza. Oggi la soglia d’entrata è a 22’050 franchi, mentre con la riforma sarà a 19’845. Quarto e ultimo caposaldo: sono previsti contributi più bassi per i lavoratori più anziani. L’entità dei contributi non dipende unicamente dal salario, ma conta anche l’età: dipendenti più anziani devono versare di più e così i loro datori di lavoro. Con la riforma l’aliquota prevista per la fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni verrebbe innalzata leggermente, mentre quella applicata a tutte le altre sarebbe lievemente ridotta.
Pamini: "Gli attuali pensionati consumano i risparmi dei giovani"
“Il sistema del secondo pilastro svizzero ha un grosso problema nella parte obbligatoria. Parliamo di rendite tropo alte non finanziabili e, di conseguenza, gli attuali pensionati consumano i risparmi dei giovani", afferma il consigliere nazionale democentrista Paolo Pamini, interpellato da Ticinonews sul tema. "È questo il motivo principale per cui la riforma è necessaria. Nel compromesso politico si sono però cercate delle misure per permettere anche a chi ha un basso reddito di essere coperto dal secondo pilastro".
Landi: “Una riforma sproporzionata”
Di tutt’altro avviso la sindacalista di Unia Chiara Landi, secondo cui “questa riforma va bocciata, perché è ingiustificata, iniqua e sproporzionata, in quanto porterà tutti gli assicurati a pagare molti più contributi a fronte di una diminuzione delle rendite”. E questo “lo riteniamo assurdo”.
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