
Il consigliere nazionale Lorenzo Quadri (Lega) ha inoltrato un'interpellanza al Consiglio federale in cui chiede di ritirare la disponibilità al versamento del contributo di coesione dopo che la Commissione europea ha costatato "una mancanza di progressi" con Berna in merito al prospettato accordo quadro istituzionale, prospettando il mancato prolungamento dell'equivalenza per la Borsa svizzera (vedi articolo suggerito).
"Puntualmente è arrivato l’ennesimo ricatto dell’UE - scrive Quadri - Ancora una volta Bruxelles esercita indebite pressioni sulla Svizzera per ottenere ciò che vuole, ossia la firma in tempi brevi dell’ accordo quadro istituzionale, dimostrando così che quest’ultimo è solo nell’interesse dell’UE e non in quello del nostro Paese".
"L’Unione europea dimostra ancora una volta la propria totale mancanza di rispetto nei confronti della sovranità e della democrazia elvetica. Così facendo, conferma la volontà di non proseguire la via bilaterale con il nostro Paese: il suo disegno è infatti quello di metterlo in condizioni di sudditanza. Il destino che aspetta la Svizzera nella denegata ipotesi in cui l’accordo quadro istituzionale dovesse venire sottoscritto, è infatti quello di colonia dell’UE".
"Bruxelles minaccia ora di non prolungare l’equivalenza della borsa svizzera oltre il primo luglio, il che corrisponderebbe ad una palese discriminazione del nostro paese. In occasione del dibattito sul contributo di coesione da 1.3 miliardi, a livello parlamentare è stato indicato che condizione per il suo versamento deve essere la non discriminazione della Svizzera ad opera dell’Unione europea", conclude Quadri.
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