"Locuste egiziane: impressionanti ma innocue". Il Dipartimento del Territorio titola così il comunicato stampa in cui spiega come anche "in Ticino durante il periodo invernale si osservano sempre più spesso cavallette di notevoli dimensioni". Particolarmente appariscente e impressionante "è ’l Anacridium aegyptium o locusta egiziana: non è nuova alle nostre latitudini, ma negli ultimi anni la sua presenza si è diffusa, probabilmente a causa del riscaldamento climatico. Il Museo cantonale di storia naturale del Dipartimento del territorio ne sta monitorando l’espansione".
Una specie indigena e non invasiva
Nonostante il nome, viene precisato nella nota, "la locusta egiziana è una specie indigena e non invasiva. Per superare l’inverno gli individui adulti cercano un luogo caldo, o almeno protetto, per poi entrare in uno stato di torpore. Spesso si rifugiano nei vasi, dietro le persiane o sui muri scaldati dal sole. Alle nostre latitudini sono due le specie di ortotteri di cui si possono osservare individui allo stadio adulto anche in inverno: la locusta egiziana e l’aiolopo autunnale (Aiolopus strepens). Le altre specie superano invece l’inverno generalmente allo stadio di uovo".
Dal Mendrisiotto a Olivone con il cambiamento climatico
L’Anacridium aegyptium è originaria del bacino mediterraneo. In Ticino "in passato era presente unicamente nel Mendrisiotto, zona che corrispondeva al limite settentrionale del suo areale. Ora, a causa del riscaldamento climatico, si è espansa anche più a nord come tante altre specie, arrivando quasi sino nell’alta Valle di Blenio (Olivone) e persino Oltralpe". Data la sua recente apparizione, "molti utenti si sono rivolti al Museo cantonale di storia naturale (MCSN) chiedendo informazioni sulla sua presenza. Ebbene: la specie è assolutamente innocua, vegetariana e soprattutto solitaria, quindi nonostante le sue notevoli dimensioni - la femmina può arrivare ai 7,5 centimetri di lunghezza - i danni alla vegetazione sono molto contenuti. Per questi motivi non è una specie da contrastare ma piuttosto da tollerare e comunque rispettare".
L'invito alla popolazione
Il Museo cantonale di storia naturale, come scritto, ne sta monitorando l’esistenza in Ticino. Da qui l’invito alla popolazione a segnalarne la presenza, possibilmente corredata da una fotografia, tramite l’apposito modulo di contatto.