
La vera domanda che ha continuato ad aleggiare sul Festival di Locarno, nonostante l’annuncio di martedì che la Retrospettiva della 74esima edizione sarà dedicata al regista italiano Alberto Lattuada, è su che tipo di edizione ci attende per il 2021: virtuale come lo scorso anno oppure una più vicina a quelle tradizionali in Piazza Grande? Il direttore artistico Giona Nazzaro, intervistato da Radio3i non ha dubbi: “Stiamo lavorando con grande entusiasmo ed ottimismo per un’edizione fisica del festival, ovviamente nel rispetto delle disposizioni federali e cantonali. Un’edizione fisica che si possa avvicinare il più possibile a quella che i locarnesi conoscono già”.
“Speriamo nella ‘quasi normalità’”
“Ovviamente”, aggiunge però Nazzaro, “data la situazione di incertezza stiamo valutando anche una serie di misure alternative. Però siamo fiduciosi di poter andare in scena in un regime di quasi normalità. D’altronde sapevamo tutti che questa situazione non si sarebbe risolta rapidamente e, questa è una mia riflessione personale, nell’attesa dei vaccini che ci tuteleranno la salute fisica bisogna trovare anche le modalità per tutelare la cultura, il ‘vaccino’ che tutela la nostra società”.
“Vendite record di libri, la cultura è importante”
Per Nazzaro dunque “bisognerà trovare il modo per far sì che alla fine di questa pandemia la cultura venga considerata come l’elemento sacrificabile, la cultura che promuove forme di aggregazione, incontro e socialità. Come notava Nicola la Gioia qualche tempo fa uno degli effetti della pandemia è che si vendono più libri. Quindi non è vero che le persone non sono interessate alla cultura o al cinema, però bisogna rimettere la cultura all’interno di un processo collettivo di riorganizzazione. In questo senso il festival, che si fa in questo modo, è un elemento cruciale ed essenziale”.
Il cinema può convivere con l’online?
Si leggono più libri ma si guarda anche più televisione. Questo può arrecare ulteriori danni al cinema oppure lei rimane ottimista? “Io credo alla compresenza delle cose. Oggi siamo lontani da una situazione del passato dove una modalità di fruizione sostituiva del tutto le modalità precedenti. Oggi ovviamente sui nostri schermi portatili abbiamo accesso a tutte le immagini del mondo, quindi quella è una situazione che già esiste. Cioè non toglie che il cinema possa continuare ad essere visto e fruito in sala. Il fatto che esistano delle piattaforme di streaming non cambia la situazione. O sarebbe come dire che siccome la musica si ascolta soprattutto online le persone non possano più ascoltare la musica sul giradischi o andare ai concerti. Lo dimostra anche il fatto che nella sua nicchia il disco di vinile sia uno dei settori più in salute, basta vedere l’economia delle ristampe discografiche”.
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