
Il caso della deputatata socialista Lisa Bosia Mirra ha fatto rapidamente il giro di tutti i principali media nazionali.
Così come sta accandendo in Ticino, c'è una netta divisione tra chi condanna fermamente l'iniziativa della deputata socialista e chi invece la difende a spada tratta. Tra di loro, qualcuno invoca addirittura l'immunità.
"Fluchthilfe ist kein Verbrechen - Straffreiheit für Lisa Bosia Mirra" (L'aiuto ai profughi non è un reato - Immunità per Lisa Bosia Mirra) è il nome di un gruppo Facebook nato oggi in seguito alla notizia del suo fermo ad opera delle Guardie di Confine.
"Lisa Bosia Mirra è stata arrestata perchè stava aiutando dei profughi a passare il confine italiano - si legge nel gruppo, che conta per ora un centinaio di 'like' - Ne chiediamo l'immediata scarcerazione". Il gruppo propone inoltre di firmare un'appello online in favore della scarcerazione della parlamentare socialista.
"Tutti sanno che Lisa Bosia è un po' la Madre Teresa di Como"L'avvocato Paolo Bernasconi, contattato in serata dai colleghi di Radio3i, ha da parte sua smentito le voci che nel pomeriggio lo hanno dipinto quale legale della deputata e ha relativizzato i fatti di questa mattina: "Tutti sanno che da 2-3 mesi, se non di più, Lisa Bosia è un po' la Madre Teresa di Como perché distribuisce pasti caldi ai profughi e quindi è facile dire, al 100%, che abbia agito per motivi umanitari. Cosa abbia fatto lo stabilirà il Ministero pubblico."
Bernasconi, in ragione degli scopi umanitari, ipotizza uno scenario che potrebbe scagionare la granconsigliera: "Esiste una norma, l'art.52 del codice penale, che prevede l'esenzione di pena quando ci si trova in condizioni del genere."
Ascolta l'intervista di Radio3i nell'AUDIO allegato
Aggiornamento: Dopo una giornata di interrogatori, Lisa Bosia Mirra è rientrata al suo domicilio. La deputata socialista risulta ancora indagata.
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