Ticino
L’inversione termica mette sottosopra il Ticino
Immagine Zocchetti
Immagine Zocchetti
Daniele Coroneo
4 anni fa
In alto fa più caldo che in basso: così possiamo spiegare il funzionamento di questo fenomeno atmosferico. Le stazioni sciistiche ne pagano le conseguenze

È un fenomeno atmosferico strano quello che si sta verificando in questi giorni in Ticino: in montagna la temperatura è più alta che sul fondovalle. I meteorologi parlano di “inversione termica”. Un fenomeno insolito agli occhi di noi profani, ma che MeteoSvizzera ci assicura essere non sconosciuto o particolarmente raro: “Specialmente in autunno e inverno, accade che alle quote più basse si accumuli dell’aria fredda, che noi chiamiamo ‘laghi di aria fredda’, mentre salendo in quota la temperatura aumenta”, illustra a Ticinonews Cecilia Moretti Cetti.

Almeno fino a Santo Stefano
In tal senso, le misurazioni effettuate dalle stazioni di rilevazione dell’agenzia meteorologica nazionale sono eloquenti: “Oggi (ieri, ndr) abbiamo raggiunto gli 8-9 gradi a Locarno-Monti, mentre saliti a Cimetta abbiamo misurato 12 gradi”. Se volete verificare voi stessi l’esistenza dell’inversione termica, prendetevela comoda, perché avete ancora un bel po’ di tempo: “Questa situazione continuerà probabilmente ancora per diversi giorni, almeno fino alla metà della prossima settimana”. Chi attende la neve deve armarsi di pazienza: “I nostri modelli, che giungono fino alla fine della settimana prossima, non lasciano suppore l’arrivo della neve”, commenta la meteorologa di Locarno-Monti. “Anzi, potrebbero mancare del tutto o quasi le precipitazioni”.

Le stazioni sciistiche soffrono
Un bel problema per chi fa della neve la materia prima del proprio lavoro. “Non possiamo nemmeno mettere in funzione i cannoni della neve”, risponde a Ticinonews Gabriele Gendotti, presidente della Nuova Carì. L’ex consigliere di Stato riferisce che nella giornata di ieri “a Carì c’erano 12-13 gradi, quasi cinque o sei in più che a Faido”, nel fondovalle.

Sugli sci... senza neve?
Le stazioni sciistiche sono quindi in difficoltà. “Dovremo cercare di riorganizzare un programma per le vacanze di Natale che non si affidi così tanto sulla neve”. Un bell’azzardo per una società di impianti di risalita, legata per definizione alla coltre bianca e che solitamente, nel caso specifico, durante le vacanze natalizie realizza “circa il 30% della propria cifra d’affari. Ci aspettiamo una perdita ingente”.

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