
L’Imprevisto. È questo il nome di un gruppo di comunità e centri terapeutici per ragazzi difficili, vulnerabili o tossicodipendenti che sorge a Pesaro. Un luogo che è divenuto negli anni un modello osservato e studiato per la sua unicità, nonché per i suoi “significativi” risultati, dato che parla di bellezza senza pudore. “Quando qualcuno arriva in comunità io non vedo l’ora di avvicinarlo e dirgli: ‘Aiutiamoci, vediamo se c’è una grande cosa su questa terra che attende l’arrivo della tua persona. Tu sei la cosa più preziosa di tutto l’universo’”, spiega lo psicologo e sociologo Silvio Cattarina. “Mi guardano in modo strano. Ma c’è una rivoluzione nella loro testa, perché qualcuno finalmente illumina tutta l’attesa che sentono dentro, le dà un nome e indica una strada”.
“Chiedere tanto a chi ha sofferto tanto”
Un cammino da percorrere assieme, quello tra giovani e adulti educatori, fatto di attese, immensa stima e richieste esigenti. Perché a chi ha sofferto tanto, direbbe ancora Cattarina, bisogna chiedere tanto, “altrimenti la fatica sarebbe inutile”. E a rispondere, dopo anni, è un dolore che ora ha un nome, e ha fatto strada a una vita nuova: “Quando mi ritrovo a parlare con gli operatori, o magari con il responsabile, o ancora quando Silvio si rivolge a noi” – racconta Lorenzo, uno dei ragazzi de l’Imprevisto- “non sento un operatore che dialoga con un utente, bensì un uomo che parla a un altro uomo. Percepisco una sorta di padre che comunica con i propri figli. Questo è ciò che più mi ha fatto venire la voglia di dire ‘Io voglio cambiare’”.
L’incontro
Insieme ad alcuni dei suoi ragazzi, Silvio Cattarina sarà ospite dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza e del Centro Culturale della Svizzera italiana, domani alle 18, presso l’Aula Magna dell’Usi a Lugano, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro “Voglio il miracolo!”. L’incontro è aperto a tutti, l’entrata è libera.