
Le strade che portano sul Monte Brè, sopra Lugano, tra ieri e oggi sono state protagoniste di un’impresa. L'ultraciclista Samuele Filippi ha infatti fatto per 17 volte la salita che porta da Cassarate alla vetta, un’impresa che si chiama Everesting perché ha superato gli 8mila ottocento metri di dislivello che equivalgono all’altezza dell'Everest. "Un commento a caldo? Sono molto accaldato, anche grazie al sole di oggi" ha detto a Ticinonews il protagonista all'arrivo, accolto da applausi e coriandoli. "Sono molto soddisfatto e l'ultima salita me la sono proprio goduta". Momenti di crisi? "Sono arrivati tra le 3 e le 4, dove l'umidità ha iniziato a dare fastidio e non vedevo l'ora arrivasse il sole. Però ho tenuto duro e alla fine vedere che la gambetta girava bene mi ha rincuorato e con un po' di determinazione ho tirato fino al momento giusto. Con il sole è arrivata un'alba incredibile e da lì diciamo che è stato tutto un po' più facile".
Una sfida con sé stessi e a favore dei ticinesi
L'impresa – svolta peraltro nel giorno del compleanno - è riuscita a Filippi, tra gli applausi, attorno alle 16, dopo 303 km e 9'231 metri di dislivello superati. Un vero e proprio test estremo di resistenza fisica e mentale, ma anche volto a trasformare la fatica in speranza. L’evento, patrocinato dalla città e supportato da numerosi sponsor capitanati da Radio Morcote International, è infatti volto a raccogliere fondi per Soccorso d’Inverno Ticino. "L'invito è quello di essere solidali e di onorare questo sforzo enorme di Samuele, che con questa sfida ha voluto rendere attenti alle difficoltà che hanno molte persone in Ticino", ha commentato la direttrice Paola Eicher Pellegrini. "Questi soldi verranno utilizzato per le persone residenti in Ticino che si trovano in improvvise difficoltà finanziarie. Ad esempio paghiamo fatture, aiutiamo i bambini di famiglie disagiate a fare degli sport, a poter vivere comunque una vita sociale come tutti gli altri bambini".

Ecco come lo hanno aiutato i compagni
Ad accompagnarlo in gran parte della sua fatica, durata praticamente 22 ore, quasi 1 giorno intero di discese e salite, è stato Alfio Pedrucci. "Siamo stati in ballo da ieri alle 18, sono tantissime ore di sella. Come aiutarlo in questi casi? Anche solo con un confronto, discutere di altre cose e non pensare alla fatica che si sta facendo", ci ha detto prima dell'ultima salita. In questi casi, avere una persona di supporto è fondamentale. "Si cerca di stargli vicino, dialogando con parole e frasi potenzianti. Ad esempio chiedergli come vanno le gambe o se è stanco non va bene. È molto meglio dirgli ad esempio che lo si vede tonico. Sono formulazioni fondamentali per promuovere la prestazione".