Ticino
Legge tributaria, dall'aria di referendum a chi l'accoglie positivamente
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 anni fa
Le misure presentate oggi dal Cantone che riguardano la riforma relativa alle imposte delle persone fisiche ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo politico ed economico.

Il Consiglio di Stato, su proposta del DFE, ha licenziato il relativo messaggio che "propone un pacchetto di misure a favore delle persone fisiche articolato attorno a quattro assi d'intervento particolari", viene spiegato in un comunicato stampa. "La presente riforma" -scrive il Cantone- "propone di aumentare la deduzione per le altre spese professionali, passando dall’attuale importo forfetario fisso di 2’500 franchi ad un nuovo importo forfetario variabile, calcolato in funzione del 4% del salario netto del contribuente, ritenuto un minimo di 3’000 franchi e un massimo di 5’000 franchi. Allo stesso tempo, in un’ottica di armonizzazione verticale con il diritto superiore, si propone altresì di adeguare il metodo di calcolo della deduzione per le altre spese professionali dell’attività accessoria, passando dall’attuale deduzione fissa di 800 franchi ad una deduzione variabile sul modello dell’imposta federale diretta (IFD), calcolata sulla base del 20% del reddito netto, ritenuto un minimo di 800 franchi e un massimo di 2'400 franchi". Questo, ha spiegato Vitta a Ticinonews, "vuole premiare il lavoro e chi lavora". Una proposta che ha scatenato reazioni contrastanti nel mondo politico ed economico.

Il Centro: “Un messaggio provocatorio e iniquo”

“Grande perplessità”. Parole che riassumono il punto di vista del Centro, il quale afferma di essere sì “favorevole a una maggiore attrattiva fiscale del nostro Cantone, che passa anche da una riduzione delle aliquote massime, ma è tuttavia inammissibile – e al limite della provocazione – che la riduzione delle imposte alle persone più facoltose venga finanziata aumentando del 3% le imposte a tutta la popolazione”. Il Centro ritiene infatti che con un simile approccio “è impensabile costruire un consenso popolare, e la proposta del Consiglio di Stato sembra fatta apposta per seppellire per molti anni qualsiasi riforma fiscale”. Il partito ritiene inoltre che con questa proposta il Consiglio di Stato “contraddice peraltro il decreto votato dal popolo il 15 maggio 2022”. Nel rapporto del Gran Consiglio era indicato che “il presente decreto legislativo escluda fino al 2025 compreso aumenti della pressione fiscale, segnatamente delle imposte elencate nella Legge cantonale tributaria del 21 giugno 1994 quali le imposte dirette sull’utile e sul capitale sulle persone giuridiche, sul reddito e sulla sostanza delle persone fisiche, sugli utili immobiliari, il coefficiente d’imposta, l’imposta personale, le imposte immobiliari, l’imposta minima, l’imposta sulle successioni e donazioni, ecc”. A stupire maggiormente il partito c’è anche il fatto che il Governo proponga questo genere di misure fiscali alla vigilia di una “manovra di rientro che – dalle prime avvisaglie – conterrà probabilmente misure che potrebbero toccare le fasce più fragili della popolazione”

Il PS: “Se ci sarà il via libera dal Gran Consiglio valuteremo il lancio di un referendum”

Il Partito Socialista “è contrario a questa nuova riforma soprattutto perché, ancora una volta, favorisce i redditi più alti. Il Governo persevera la sua rincorsa agli sgravi fiscali a favore delle persone particolarmente benestanti. Una strategia insostenibile e ingiusta”. Per i socialisti, viste le difficoltà reali della popolazione, come inflazione e premi di cassa malati, “proporre una politica fiscale basata sugli sgravi ai redditi più elevati è a dir poco incosciente”. La riforma presentata a Bellinzona “non sarà finanziariamente neutra come sostiene il Consiglio di Stato, ma ci saranno minori entrate per il Cantone e per i Comuni”. Inoltre il PS ritiene “grave che che mentre il Governo propone queste misure parallelamente sta lavorando alla riduzione di servizi e prestazioni fondamentali come ad esempio i sussidi di cassa malati per risanare le finanze pubbliche”. Se il Gran Consiglio dovesse approvare la riforma i socialisti “valuteranno anche il lancio di un referendum contro questa ingiusta riforma”.

Per la Camera di commercio “un passo fondamentale verso una fiscalità moderna”

Gli interventi previsti per la Legge tributaria vengono definiti “urgenti e assolutamente necessari” dalla Camera di commercio del Canton Ticino. “Correggono delle distorsioni che penalizzano molti contribuenti e lo stesso Cantone nella concorrenza intercantonale”. Per questo le riforma viene definita “un passo fondamentale verso una fiscalità moderna”. Le misure presentate “ rendono più attrattivo il Ticino per chi vuole investire e risiedere nel nostro cantone, generando in tal modo entrate fiscali e posti di lavoro a beneficio di tutti”. Tra i quattro assi di intervento (spese professionali, successione-donazione, previdenza e imposta sul reddito) per la Camera di commercio ticinese il sistema presentato “porta a un innegabile cambio di paradigma, con un maggiore accento sulla concorrenza fiscale delle persone fisiche legale alle aziende, soprattutto i dirigenti con redditi elevati”. Mentre “fondamentali per l’economia risultano le agevolazioni a favore della successione aziendale che permettono di salvaguardare la continuità e il know-how di cui le imprese dispongono”. Per quanto riguarda la riduzione dell’imposizione sui capitali previdenziali ritirati, invece, “si tratta di una misura importante perché permette di mantenere in Ticino persone altrimenti attratte da altri cantoni vicini con imposizioni più favorevoli.” Per questo, conclude la nota, "la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino sostiene e invita a sostenere senza indugio la riforma proposta dal Consiglio di Stato".

I Verdi: “Siamo molto scettici e critici”

I Verdi “sono in generale molto scettici e critici sull’opportunità di fare ulteriori sgravi fiscali, in particolare se la motivazione è legata alla concorrenza fiscale e intercantonale”. Queste misure “indeboliscono lo Stato nell’affrontare le emergenze, non da ultimo quella climatica ed energetica. I problemi strutturali delle finanze cantonali dipendono in gran parte dagli sgravi fiscali votati negli ultimi 10-15 anni. Partecipare attivamente alla gara della concorrenza intercantonale porterà a lungo termine a svantaggi per tutti”, continuano gli ecologisti. “In questa difficile situazione congiunturale è soprattutto il ceto medio che non riceve sussidi e il ceto basso dipendente dagli aiuti (messi in pericolo dalla manovra finanziaria) ad avere delle difficoltà. Le persone ad alto reddito non hanno invece particolari difficoltà economiche e per questo non possono essere ulteriormente favorite”. I Verdi scrivono infine che “nei prossimi mesi valuteranno come muoversi per opporsi all’ennesima proposta di sgravi iniqua”. Tra le possibilità “la proposta di una riforma fiscale parziale e/o degli aiuti mirati che vadano a favorire le persone che effettivamente ne hanno bisogno”.