
Al centro della strategia del Governo c’è la nuova Legge cantonale contro la violenza domestica, ora in consultazione interna. Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, la definisce uno strumento che “rafforza la collaborazione tra autorità, servizi e società civile, creando un approccio integrato di prevenzione, protezione e intervento”. Se l’iter politico procederà senza ostacoli, la legge potrebbe entrare in vigore nel 2027. Intanto il Piano d’azione cantonale (avviato nel 2021) registra un bilancio positivo: 79 delle 80 misure previste sono già state realizzate o sono in fase di attuazione.
Prevenzione, protezione e numero unico
Il Dipartimento della sanità e della socialità sottolinea il rafforzamento delle misure di protezione: presa a carico mirata dei minori coinvolti, monitoraggio dell’occupazione delle Case protette, percorsi di sostegno per gli autori di violenza. “La violenza domestica è un fallimento della comunità”, afferma il direttore Raffaele De Rosa, ricordando il ruolo di una rete capillare fatta di professionisti, enti partner e volontari. La supervisione delle case di protezione e delle risorse a disposizione resta un tema centrale, così come la collaborazione con medici, farmacie e operatori formati per riconoscere situazioni a rischio. Inoltre, non senza un certo rammarico per la tempistica, il direttore del DSS dichiara che in Ticino tutto è pronto per l'implementazione del numero unico - il 142 - che verrà implementato il primo maggio del 2026.
Educare al rispetto, la scuola al centro
Sul fronte culturale, la direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti evidenzia il contributo della scuola come luogo in cui contrastare stereotipi, promuovere parità e insegnare il consenso. Il Ticino aderisce pienamente alla campagna nazionale “L’uguaglianza previene la violenza”, che per tre anni proporrà contenuti, iniziative e materiali divulgativi.
