Votazioni federali
Legge clima, per i contrari è una "legge divoratrice di elettricità"
Redazione
un anno fa
Oggi i contrari alla legge sul clima si sono riuniti per discutere il testo in votazione, secondo i quali è un "testo poco onesto" e con tante incognite, fra cui anche l'immigrazione.

Si scrive “Legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica”, ma secondo i contrari si legge, “Legge divoratrice di elettricità”. Un testo che vuole tendere alla neutralità climatica, abbandonando i vettori fossili, nel contesto dello spegnimento del nucleare. “Dovrà essere sostituito dalle energie rinnovabili e, purtroppo, dall’energia importata”, ci spiega il granconsigliere UDC Alain Bühler, il quale sottolinea che l’energia scarseggia in tutta Europa, non solo in Svizzera. “Tutta l’Europa sta andando nella direzione delle energie rinnovabili, quindi in inverno si ritroverà ad avere un ammanco di energia e non potrà esportarla, perché se uno Stato non ha energia per se stesso non ce l’ha sicuro verso la Svizzera, quindi la sicurezza energetica non è garantita”.

“Un testo poco onesto”

Elementi a cui va aggiunto il fatto che l’impatto della Svizzera sulle emissioni di CO2 – a detta dei contrari – è marginale. Per questo il comitato invita a votare no contro una legge più ingannevole dell’iniziativa dei ghiacciai. “Il Controprogetto utilizza gli stessi obiettivi, ma senza dire come”, sottolinea il presidente UDC Ticino Piero Marchesi, il quale spiega che in futuro “si renderà necessario decretare quei divieti già previsti nell’iniziativa. A mio avviso quindi si tratta di un testo poco onesto perché cerca di illudere i cittadini che si potranno raggiungere questi obiettivi senza sacrifici e con dei sussidi e contributi da parte della Confederazione”. Contrariamente, spiega sempre Marchesi, “questo testo sottace il fatto che si renderanno invece necessari dei divieti per raggiungere questi nuovi obiettivi”. Sulla stessa linea il granconsigliere leghista Michele Guerra, secondo il quale “è più ragionevole non incamminarci subito in una direzione così restrittiva come questa: è sì necessaria la tutela dell’ambiente, ma forse sarebbe meglio evitare di fare il passo così lungo come in questo caso”.

Tante incognite, fra cui l’immigrazione

Le incognite sono anche legate all’approvvigionamento, con il passaggio dal combustibile all’elettrico, così come ai prezzi delle rinnovabili e all’impatto sul paesaggio. Per Lorenzo Quadri inoltre c’è il tema dell’immigrazione: gli stessi favorevoli al testo che chiedono di ridurre i consumi e abbandonare il nucleare, nulla fanno per limitare il numero di stranieri. “Noi rinunciamo a fonti che sono sicure e che già abbiamo per sostituirle con qualcosa su cui non abbiamo certezza”, spiega Quadri. “Inoltre, facciamo aumentare il nostro consumo anche con l’immigrazione; se i promotori di questa legge fossero coerenti dovrebbero mettere un freno all’immigrazione in modo da mitigare anche la necessità energetica del Paese”.

Associazioni di categoria

In una legge che sulla carta intende raggiungere la neutralità climatica, attraverso una politica di incentivi per privati e aziende, i contrari vedono soprattutto rischi. Il NO ha il sostegno anche di diverse associazioni di categoria come GastroTicino e UPSA. “Passare a un parco veicoli completamente elettrico è insostenibile”, sottolinea Marco Doninelli, direttore UPSA Ticino, aggiungendo che “oltre a questo ci sono altre problematiche che si verrebbero a creare con la mobilità elettrica: la distribuzione dell’elettricità o la potenza necessaria per poter caricare le auto. Situazioni difficilmente gestibili con un parco completamente elettrico”. Anche Massimo Suter, presidente di GastroTicino, si dice contrario. “Da un lato crea dei costi non indifferenti e ad oggi non è ancora dato sapere a quanto ammonteranno. Noi come settore alberghiero e della ristorazione abbiamo già messo in atto delle contromisure, abbiamo i 90 punti che diamo ai nostri associati per risparmiare energia elettrica. Quindi ci chiediamo quale deve essere il prezzo da pagare per poter arrivare a questo parametro zero nel 2050”.