
L’economia svizzera rallenta, ma evita la recessione. È questa la previsione dello studio UBS per il 2024. Le ricadute politiche ed economiche della pandemia continueranno a farsi sentire, come anche quelle legate all’avvento delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. Ma alla situazione attuale di una decrescita, a partire dalla seconda metà del prossimo anno dovrebbe attuarsi anche una crescita. “In Svizzera parliamo di un rallentamento della crescita, con una crescita del PIL dello 0,7% per il 2023 e dell'1,2% per il 2024”, spiega la senior Credit Analyst UBS Svizzera Elena Guglielmin. “Un rallentamento che è dovuto all'impatto del rallentamento a livello macroeconomico europeo, che ci riflette una situazione macroeconomica svizzera ancora sana. Soprattutto il settore dei consumi ha continuato a mantenere l'economia in buona salute”.
Previsto un abbassamento dei tassi di interesse
Un’economia svizzera, dunque, sana e resiliente dovuta a diversi fattori concomitanti, come il basso tasso di inflazione, un indebitamento pubblico altrettanto basso e un tasso di disoccupazione che si attesta al 2.2%. Al di là di questi elementi, a far guardare con positività il prossimo anno sono i tassi d’interesse, che sembrerebbero arrivati al loro picco. “Non sono sostenibili per la zona euro nel medio termine”, commenta Matteo Ramenghi, chief investment officer UBS. “Ci aspettiamo dei tagli decisi a partire dalla tarda primavera”. Secondo le previsioni, in ordine di tempo, la prima a tagliare i tassi di interesse sarà la Bank of England che nel mese di maggio scenderà di 75 punti base, pari allo 0.75%. A giugno spetterà alla Banca Centrale europea, sempre con 75 punti base. A luglio, con un taglio inferiore pari a 50 punti base, seguirà la Federal Reserve. A settembre sarà il momento della Banca nazionale svizzera, sempre con 50 punti base, ovvero un taglio dello 0.5%. Stando a Ramenghi questo abbassamento toglierà pressione ai settori che “sono più dipendenti dal capitale e dai finanziamenti, come l'immobiliare, il rinnovo macchinari, l'industria pesante in generale. Ma i principali riflessi saranno sui mercati finanziari: bene per le obbligazioni e per una parte dei mercati azionari”.
Investire sulle obbligazioni
Sono proprio le obbligazioni il settore in cui investire. Dopo qualche anno di difficoltà, i tassi di interesse, che dovrebbero diventare stazionari, potrebbero far tornare a sorridere il portafoglio. “Soprattutto le obbligazioni di buona qualità, con scadenze medio-lunghe, potranno beneficiare di più del cambiamento dei tassi di interesse”, rileva ancora Ramenghi.
Sguardo positivo al 2024
Lo sguardo al 2024 è dunque positivo, ma prima della fase di crescita bisognerà ancora fare i conti con diversi rincari, sottolinea Guglielmin. “Ci sono trasporti, IVA e cassa malati. Quest’ultimi non rientrano nel calcolo dell’inflazione, ma sono un costo che pesa a livello di budget familiare e quindi potrebbe detrarre forza ai consumi. Per questo motivo parliamo di una decrescita a livello di PIL, che dovrebbe gradualmente riassorbirsi nel corso del tempo quando gli effetti del taglio dei tassi a livello economico saranno più presenti”.