
Migliorare la presa a carico dei pazienti grazie alle tecnologie digitali. Questo è l’obiettivo del progetto presentato oggi al nuovo campus Supsi di Viganello. Tecnologie che potranno aiutare i medici nella raccolta e nell’elaborazione dei dati, ma anche nelle cure, abbassando inoltre i costi della salute. Tre gli ambiti di ricerca al momento: elaborazione dei segnali biomedicali, salute digitale e dispositivi digitali, incorporati in Meditech, un nuovo istituto frutto di un percorso durato anni e che promette di sviluppare importanti sinergie sul territorio cantonale. Teleticino era presente alla presentazione di ieri e ha avuto modo di parlarne con Emanuele Carpanzano, direttore del dipartimento tecnologie innovative della Supsi, e Francesca Faraci, docente e ricercatrice della Scuola universitaria professionale.
“Valorizzare le complementarietà di competenze“
Oggi abbiamo all’attivo una trentina di progetti, continuamente, in ambiti diversi dove si applicano le nuove tecnologie in ambito biomedico”, spiega Carpanzano, “l’esercizio che abbiamo fatto negli ultimi due anni, per decidere poi di dare vita a questo istituto, è stato capire quali fossero le migliori complementarietà tra le diverse tematiche e competenze di ricerca per generare un istituto solido sul profilo delle competenze e che potesse generare un importante impatto sulle nostre attività di formazione e di ricerca. Questo anche nell’interesse dei partner con cui lavoriamo sul territorio e nei nostri progetti”.
Ramificazioni nel territorio, con prospettive a lungo termine
Un progetto dalle lunghe prospettive dunque, ma già a stretto contatto con la realtà ticinese: “L’istituto è stato volutamente posizionato in un ambito che ha importanti prospettive nei prossimi anni”, specifica Carpanzano, “quindi noi partiamo dalla base odierna, con dimensioni ancora ridotte e una ventina di persone indicativamente impiegate, sperando di vedere una crescita consistente nei prossimi anni e relative ricadute, sia nel mondo della formazione che della ricerca. Per questo contiamo di rinforzare le collaborazioni coi partner sul territorio, come Usi, Eoc, cliniche ma anche con le aziende: abbiamo infatti diversi progetti con aziende che operano nell’ambito medicale.
Privacy ed economicità
L’utilizzo dei dati dei pazienti per la ricerca apre però, inevitabilmente, la questione della privacy. Come si riuscirà a tutelare l’anonimato? “Gli istituti d’informatica sono particolarmente attivi per garantire l’anonimizzazione e la protezione massima di tutti i dati clinici”, risponde la professoressa Faraci, che ha spiegato inoltre come la ricerca aiuterà a contenere i costi della salute: “Mi viene in mente l’esempio di un progetto appena nato in cui cerchiamo di motivare il paziente a seguire la riabilitazione cardiaca in maniera più costante e più attiva, cercando in questo modo di diminuire le riospedalizzazioni abbassando anche i costi sanitari”.
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