Centri migranti
"Le minacce di morte sono ormai all’ordine del giorno”
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Andrea Scolari
2 anni fa
È il racconto di un operatore attivo presso un centro asilanti della SEM. La Segreteria di Stato della Migrazione: "In Ticino 14 episodi di violenza al mese nel 2023".

“Le minacce di morte nei nostri confronti sono ormai all’ordine del giorno. Tutto ciò è stato segnalato a più riprese alla SEM, ma nessuna misura è mai stata presa”. Sono parole forti quelle confidateci da un operatore* attivo presso un centro asilanti della Segreteria di Stato della Migrazione. “Vi ho contattato perché la situazione è diventata insostenibile. Recentemente le cose hanno preso una piega ancora più negativa e se prima le aggressioni erano tra richiedenti l’asilo, ora queste coinvolgono anche il personale, in alcuni casi minacciato anche con delle armi bianche”, continua a spiegarci.

“I dipendenti hanno paura di andare al lavoro”

La soluzione, prosegue il nostro interlocutore, “solitamente è quella di trasferire aggressori o vittime in altri luoghi, ma molti dipendenti hanno quotidianamente paura di recarsi al lavoro a causa delle aggressioni, che come detto, sono ormai all’ordine del giorno”. Non solo, stando al racconto “non vengono tutelate neanche le donne e le bambine, che frequentemente sono molestate verbalmente da alcuni richiedenti”. Fortunatamente, specifica l’operatore, “non si è ancora arrivati alla violenza carnale, ma la paura è che sia solo una questione di tempo”.

Chi crea più problemi

“Gli asilanti di cui vi parlo”, precisa l’operatore, “sono prevalentemente di origine magrebina e conoscono bene il sistema dell’asilo. Spesso hanno anche un passato o un presente criminale e hanno varie dipendenze. Loro stessi - continua a raccontarci - più volte ci hanno detto di non essere interessati a chiedere asilo in Svizzera, ma restano qui per mangiare, dormire e seguire le loro attività”.

“I problemi sono iniziati qualche anno fa”

Il nostro interlocutore è attivo da diversi anni presso un centro federale. “In questo periodo ho visto la situazione deteriorare”, ci spiega. “La Polizia è obbligata a intervenire quasi quotidianamente, mentre non si contano più gli interventi di pompieri e ambulanza, chiamati in causa per vari motivi. Il peggioramento è iniziato dopo l’inchiesta di Amnesty International sugli abusi commessi a danno dei richiedenti tra gennaio 2020 e aprile 2021 in alcuni centri della Svizzera interna e di quella romanda”. Dopo quella denuncia “gli agenti di sicurezza hanno ricevuto indicazione di intervenire solo in caso di violenza fisica in corso, ma hanno il timore di perdere il lavoro se dovessero agire con forza, cosa che a volte è purtroppo richiesta”. Una dinamica che, conclude l’operatore, “porta gli asilanti a violare molte regole senza che ci siano delle conseguenze”.

“Più persone vivono insieme, più possono nascere conflitti”

Da noi interpellata, la Segreteria di Stato della Migrazione (SEM), ci ha spiegato che “dalla primavera 2022 Confederazione e Cantoni si trovano in una situazione straordinaria, sia per il più grande movimento migratorio in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale, sia a causa della guerra in Ucraina. Più persone vivono insieme in un luogo, maggiore è la probabilità statistica possano sorgere dei conflitti”, ha sottolineato la SEM. In Ticino, a livello di dati, nel 2022 “ci sono state 105 segnalazioni di de-escalation con aggressione (9 al mese), mentre sono state 24 quelle che hanno richiesto l’intervento della polizia (2 al mese). Nei primi cinque mesi di quest’anno, invece, le prime sono state 59 (11 al mese) e le seconde 17 (3 al mese)".

Aumentata la sicurezza nel centro di Chiasso

La SEM ha voluto ricordare che "si occupa di garantire la sicurezza interna nei centri federali d'asilo". Negli ultimi mesi è inoltre "stato aumentato il pattugliamento esterno da parte degli agenti di sicurezza, soprattutto nel centro di Chiasso". Mentre la sicurezza esterna "è di esclusiva competenza della polizia cantonale. La Confederazione sostiene i Cantoni in questo compito versando loro una somma forfettaria adeguata per sostenere il personale di sicurezza e di polizia".

"Prendiamo sul serio tutte le segnalazioni"

I consulenti per la prevenzione dei conflitti, ha voluto infine precisare la Segreteria di Stato della Migrazione, "lavorano nei Centri federali per l'asilo (Cfa) da febbraio 2021. Si spostano negli alloggi in cui sono ospitati i richiedenti asilo e fungono da primo punto di contatto. I consulenti per la prevenzione dei conflitti sono particolarmente presenti nei Cfa nei momenti in cui di solito c'è molto da fare. Riconoscono le frustrazioni e le controversie in una fase iniziale e le affrontano in modo che i conflitti non degenerino in violenza". A tal fine, la SEM "ha creato un totale di 110 nuovi posti a tempo pieno per consulenti per la prevenzione dei conflitti dal 2021. Va da sé che la Segreteria di Stato della Migrazione prende molto sul serio tutte le accuse e le segnalazioni di cui viene informata, e in ogni caso vengono avviate immediatamente misure e indagini. Se necessario, o se le persone interessate lo desiderano, viene chiamata la polizia, ad esempio per presentare una denuncia. Nel caso di un reato ufficiale, la polizia viene ovviamente sempre chiamata, indipendentemente dal fatto che la persona interessata lo desideri".

 

*Nome noto alla redazione