
Ieri sera il coordinatore della Lega dei Ticinesi Attilio Bignasca e il direttore del Mattino della domenica Lorenzo Quadri sono passati in televisione su Italia 1, davanti a milioni di telespettatori, ma loro non si sono visti. No, perché entrambi sapevano già benissimo cosa aspettarsi dal servizio realizzato per "Le Iene" dall'inviato Gaetano Pecoraro, che a loro dire è giunto in Ticino armato unicamente di arroganza e ignoranza, senza la benché minima volontà di capire la situazione del mercato del lavoro ticinese.
"Devo dire che al momento di fare questa intervista non ho neanche capito che trasmissione fosse" afferma ad esempio Lorenzo Quadri, raggiunto questa mattina dai colleghi di Radio 3i. "Mi avevano contattato telefonicamente, ma non avevo capito di cosa si trattasse. Quindi me ne sono accorto solo a posteriori."
"L'intervistatore non mi sembrava molto a conoscenza della situazione del Ticino, dubito che avesse le idee in chiaro su cosa fosse un frontaliere" prosegue Quadri. "Poi non so cosa è stato tenuto e cosa è stato tagliato di questo colloquio, che è durato abbastanza a lungo. Penso che sia stato trasmesso solo un pezzetto piccolo e ovviamente è stata scelta solo una parte in modo da mettere i leghisti nella luce peggiore possibile."
"Non ho alcun dubbio che ci sia stata dietro manipolazione, visto l'atteggiamento particolarmente arrogante dell'intervistatore" ribadisce il consigliere nazionale e municipale di Lugano. "Basti pensare che la sua prima domanda è stata: "Ma non vi vergognate di avere fatto Prima i nostri?" Vergognati tu della trasmissione che stai facendo, piuttosto."
"Ripeto, non so cosa sia andato in onda, ma so che la conversazione è durata almeno un quarto d'ora" afferma ancora Quadri. "Se sono riusciti a tenere la parte del muro, va bene, non è una novità. Quello che abbiamo sempre detto come Lega è che bisogna consolidare i controlli al confine. L'esempio del muro è quello che ho fatto più volte, nel senso che se la situazione fosse invertita, non solo l'Italia avrebbe costruito un muro di confine con la Svizzera ma sopra il muro avrebbe messo anche i cannoni."
"Quindi è inutile che questi signori vengano qui a fare le verginelle, accusando noi di razzismo, fascismo e quant'altro" conclude Quadri. "Se sono riusciti solo a tenere i due secondi del muro, decontestualizzandoli, è la dimostrazione della professionalità nulla di questa persona, che appariva già evidente al primo colpo d'occhio."
Discorso identico anche da parte di Attilio Bignasca, che a dire il vero ieri sera con le sue dichiarazioni sui frontalieri impiegati nell'azienda di famiglia non ha fatto un gran figurone.
"Ma io me ne frego!" risponde Bignasca, anche lui ai microfoni di Radio 3i. "Gliel'ho detto in partenza, è da 55 anni che lavoro con i frontalieri. Ho fatto il discorso che fin quando erano 40'000 andava bene, ma il problema viene dal terziario. Poi loro hanno tagliato l'intervista come preferivano, ma io quello che andava detto l'ho detto."
Ascolta le interviste di Radio 3i a Bignasca e Quadri nei file audio allegati.
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