Clima
Le debolezze della Cop30 e quell'onda verde che si è affievolita
© Shutterstock
© Shutterstock
Redazione
15 ore fa
Le difficoltà della Conferenza delle Parti nel giungere a un'intesa sono lo specchio dell’esaurimento della spinta ecologista che fino a qualche anno fa riempiva le piazze e i programmi politici.

Era il 2 febbraio del 2019: la rabbia e le preoccupazioni legate a una situazione climatica considerata dagli esperti sempre più critica avevano portato in piazza in tutta la Svizzera, Bellinzona compresa, migliaia di persone. Era l’apice della cosiddetta “onda verde”, un vero e proprio movimento sociale e generazionale che sperava di cambiare le cose. Ma la spinta propulsiva oggi sembra essersi quantomai affievolita: la Cop30 è solo un pallido ricordo, complice anche il parziale forfait statunitense, degli ambiziosi obiettivi che il mondo si era posto appena un lustro fa. Nel documento finale approvato oggi – che somiglia a un accordo al ribasso – non si fa ad esempio riferimento esplicito all'uscita dalle fonti fossili come il petrolio.

Rösti: "Divergenze più marcate rispetto al passato"

Un’intesa, quella odierna, raggiunta dopo le criticità dello stallo degli scorsi giorni. Criticità confermate anche dal consigliere federale Albert Rösti, il quale ha ammesso come le divergenze “siano molto più marcate rispetto alle precedenti conferenze. Da una parte ci sono Paesi che non intendono impegnarsi in una roadmap, dall’altra quelli occidentali, tra cui la Svizzera, sono convinti che la decarbonizzazione possa avere effetti reali solo se tutti partecipano".

Sit-in con poche adesioni

Come detto, dal 2019 ad oggi il mondo sembra aver tirato il freno a mano sull’ecologia. Oggi il sit-in organizzato dal movimento Sciopero per il Clima a Bellinzona ha raccolto soltanto una manciata di partecipanti. “È veramente un peccato, perché fino a qualche anno fa c’era almeno il buon proposito di tentare di fare qualcosa. Adesso invece sembra quasi che si stia spegnendo anche questa dimensione”, commenta ai microfoni di Ticinonews Milo Baranzini del movimento. Tornando alla Cop30, la politica Svizzera sostiene che la Confederazione non possa essere l’unica a dare il buon esempio, anche perché, essendo uno Stato piccolo, il nostro modello varrebbe poco. Un ragionamento diffuso tra i Paesi ricchi e virtuosi… “Secondo me, questa logica non funziona. Proprio perché manca un esempio, potrebbe essere la Svizzera ad assumere tale ruolo dicendo: ‘mostriamo agli altri che si può fare’”, conclude Baranzini.

I tag di questo articolo