Ticino
Le crisi aiutano le mafie
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Thomas Schürch
2 anni fa
Il problema è una delle priorità del nuovo procuratore generale della Confederazione, Stefan Blättler. “Abbiamo tante informazioni, ma dobbiamo assemblarle in un modo che possa convincere un tribunale”

Inutile girarci attorno: in Svizzera la ‘ndrangheta è presente, come altrove. Eppure, malgrado fatti conclamati, come la locale di Frauenfeld, e più di recente i contenuti dell’inchiesta “Cavalli di razza” che ha identificato nel canton San Gallo una base logistica della criminalità organizzata, oltre Gottardo la consapevolezza dell’opinione pubblica sul problema è ancora bassa. Problema che è una delle priorità di Stefan Blättler, nuovo procuratore generale della Confederazione. “Dobbiamo lavorare, dobbiamo approfittare delle informazioni che abbiamo e trasformarle in indagini concrete, dimostrando che questi reati esistono”, afferma Blättler ai microfoni di Ticinonews. “È un grande lavoro, ma dobbiamo farlo perché è nell’interesse della società”.

“Agire con ciò che abbiamo”
Non si svela un mistero quando si dice che la criminalità organizzata in Svizzera si sente più serena che in Italia, per via di pene meno dure, tuttavia “dobbiamo lavorare con le leggi che abbiamo. Abbiamo tante informazioni, ma dobbiamo metterle insieme in un modo che possa convincere un tribunale. Non dobbiamo piangere su ciò che manca, bensì agire con ciò di cui disponiamo”.

Serve una banca dati nazionale
E quando le pene detentive non bastano a tarpare le ali si deve colpire il portafoglio, con confische di beni e denaro. Il pugno duro con cui si vogliono colpire i mafiosi, tuttavia, è rallentato da problemi di comunicazione interna: è più facile ottenere informazioni da Strasburgo o Bruxelles che scambiarle fra Cantoni, da qui la necessità di una banca dati nazionale. “È un bene che i Cantoni facciano il loro lavoro, ma ci sono fenomeni criminali che devono per forza essere indagati tra gli organi della Confederazione, come appunto quello della criminalità organizzata”, precisa Blättler. In ogni caso “è importante la cooperazione, lo scambio di informazioni. E i Cantoni possiedono dati di cui i procuratori federali possono approfittare”.

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