Ticino
Le cliniche private sollecitano la Gestione sul preventivo: "Siamo preoccupate"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
un anno fa
A causa dei ritardi, l’Associazione Cliniche Private Ticinesi non ha ancora potuto sottoscrivere il contratto che regola il pagamento delle prestazioni per il 2024. E il contributo del Cantone è essenziale per la copertura dei costi sull'arco dell'anno.

L’Associazione Cliniche Private Ticinesi (ACPT) esprime "preoccupazione" per i ritardi che si stanno accumulando nella definizione del preventivo 2024 del Cantone e sollecita il Parlamento ad accelerare i tempi. Lo ha fatto con una lettera al presidente della Commissione Gestione e Finanze Michele Guerra, nella quale rileva che le cliniche non hanno ancora potuto sottoscrivere il contratto che regola il pagamento delle prestazioni per l’anno in corso. "Se da un lato il Cantone garantisce fin qui anticipi analoghi a quelli versati nel 2023, dall’altro ciò non offre alcuna garanzia su quanto sarà effettivamente riconosciuto sull’arco dell’anno", evidenzia l'ACPT in una nota odierna.

Il contributo del Cantone un mezzo necessario

Nella lettera il presidente dell’ACPT Giancarlo Dillena ricorda che "quanto lo Stato versa non costituisce un “sussidio” (come talvolta si afferma erroneamente) ma un contributo alle ospedalizzazioni che le cliniche garantiscono alla popolazione ticinese (come previsto dalla legge federale)". Stando al consuntivo 2022, il contributo del Cantone per il settore ammonta a oltre 108 milioni di franchi all’anno. "Sono mezzi assolutamente necessari, che le cliniche spendono in ragione di più del 60% per le risorse umane", evidenzia l''ACPT. La garanzia della copertura dei costi sull’arco dell’anno è dunque essenziale "per poter pianificare in modo adeguato le prestazioni ai pazienti". Nella migliore delle ipotesi, osserva ancora la lettera, si potranno concludere gli accordi al più presto il mese seguente l’approvazione del preventivo, con ritardi e incertezze che peseranno sul lavoro degli istituti di cura.

Il contributo di solidarietà

L’ACPT esprime inoltre inquietudine per la ventilata introduzione di un “contributo di solidarietà” pari all’1,5% da dedurre dal contributo annuo complessivo (ca. CHF 1,6 mio). "La prospettiva è preoccupante, perché metterebbe oltremodo sotto pressione gli istituti sanitari, che da tempo soffrono per il sotto finanziamento delle prestazioni, come richiamato più volte dalle associazioni mantello. Anche qui non si hanno informazioni precise, in attesa della definizione del preventivo". È per questo che l’ACPT chiede al Parlamento di dare indicazioni chiare e vincolanti al Governo.