Ticino
“Lavorare in cantiere è un inferno”
L’ondata torrida sta colpendo l’Europa, Ticino compreso. Per migliaia di lavoratori però la situazione è molto pericolosa

Le temperature si alzano sempre di più e a soffrirne, fra tutti, sono tutti gli operai che lavorano sulle strade o sui cantieri durante le ore più calde. Il settore dell’edilizia, tra cui quello della pavimentazione stradale, è appunto sensibile alle alte temperature e per questo motivo sono scattate normative a tutela di queste persone, come l’interruzione del lavoro poco dopo mezzogiorno. Ma la situazione non è uguale per tutti. Per parlarne a Ticinonews è intervenuto Daniele Cadenazzi, responsabile edilizia UNIA.

“Dispositivo rispettato”
Per quanto riguarda le pavimentazioni stradali, Cadenazzi sottolinea che il dispositivo venga rispettato. “Il dispositivo che riguarda la canicola ha quasi quindici anni e negli ultimi anni, dove questo fenomeno è stato una costante, le imprese lo rispettano in modo piuttosto marcato”.

“Situazione drammatica”
Ma a risentire l’ondata torrida non sono solo i lavoratori che si occupano di pavimentazioni stradali ma anche giardinieri, muratori e tutti quelli che lavorano nei cantieri edili. “La situazione è di vera emergenza, drammatica e pericolosa per migliaia di lavoratori”, sottolinea Cadenazzi. “Soprattutto per tutti quelli che fanno un lavoro di fatica sotto il sole. Sono tutte persone che dovrebbero essere tutelate e che dovrebbero terminare il lavoro al massimo alle 13”, aggiunge. Per Cadenazzi “non ha alcun senso vedere lavoratori fuori che fanno lavori duri e non c’è alcuna produttività per l’impresa stessa”. Proprio ieri, lo ricordiamo, un operaio che stava effettuando dei lavori su un tetto si è sentito male per il caldo.

Iniziare a lavorare alle 6?
Ad ogni modo, per chi lavora nell’ampio settore dell’edilizia non è certo facile trovare delle soluzioni. La Società Impresari Costruttori Ticinesi ha proposto di introdurre l’orario anticipato di lavoro alle 6. “È un aspetto che abbiamo toccato molte volte ed è evidente che a fronte di una situazione eccezionale ci sono da fare degli sforzi, va chiesto alla popolazione un minimo di comprensione”, conclude Cadenazzi.

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