
“Mi ha dato una stretta di mano, ci siamo abbracciati e ci siamo guardati negli occhi. Lui tremava, aveva gli occhi pieni di paura, non sapeva cosa stesse succedendo e infatti si chiedeva se l’ambulanza e la Rega fossero per lui. Quell’abbraccio e quella stretta di mano mi hanno dato molto”. Queste le parole di Alessandro Romano, 34enne cuoco che martedì 10 agosto era in Valle Verzasca quando ha visto un ragazzo tuffarsi. Da subito Alessandro ha capito che qualcosa era andato storto e per questo motivo è andato in aiuto per trarre in salvo il 31enne che non riemergeva dall’acqua.
Il soccorso
Grazie al suo passato di pompiere è riuscito a intervenire per tempo tirando fuori dall’acqua il coetaneo. Provvidenziale è stato anche l’intervento di una giovane bagnante confederata sulla ventina, che per prima si è tuffata per recuperare il ragazzo. “L’ho tirato fuori dall’acqua e con il mio corpo ho fatto da asse spinale cercando di tenerlo stabile, di tenergli la testa ferma per evitare qualche trauma cranico”, ha spiegato Alessandro ai colleghi di Teleticino. “Ho controllato i suoi battiti per capire se fosse necessario fare il massaggio cardiaco ma ho visto che era cosciente. Ha prestato i primi soccorsi e poi sul posto è arrivato un elicottero della Rega e un’ambulanza”.
“L’ingenuità può costare la vita”
L’intervento di Alessandro e il suo sangue freddo sono stati decisivi e fortunatamente per il ragazzo c’è stato solo un grande spavento. Il lieto fine, però, purtroppo non lo si può raccontare in tutte le vicende di cronaca legate ai fiumi e ai laghi ticinesi, che durante quest’estate hanno fatto diverse vittime. “Spesso si sottovaluta il pericolo, forse questa volta l’ingenuità poteva costare la vita ed è un peccato”, ha concluso Alessandro.
La testimonianza del 34enne ai microfoni di Teleticino
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata