Ticino
“Lascio casa mia per dare spazio alle nuove Officine”
Redazione
un anno fa
Ticinonews ha incontrato Damiano Vivacqua, uno dei cittadini che dovrà trasferirsi per lasciare spazio al nuovo stabilimento Ffs. “Un po’ di rimpianto c’è, ma tutto questo movimento è importante per il Ticino”.

Fischio d’inizio per le officine Ffs di Castione. Sono partiti oggi i lavori preliminari per lo stabilimento da 580 milioni che verrà messo in esercizio a fine 2026. Sul sedime su cui sorgerà il nuovo comparto industriale sono spuntati escavatori e operai, ma in questi giorni stanno cominciando anche i primi traslochi di industrie e cittadini privati, che dovranno lasciare casa e uffici per lasciar spazio all’opera. Ticinonews oggi è andata sul posto e ha incontrato uno di loro, Damiano Vivacqua, il quale, ci tiene a sottolinearlo, è favorevole a un’opera che, nel bene e nel male, cambierà la vita anche a lui.

“Un cambiamento radicale”

Il signor Vivacqua in via Galletto, nel ‘98, ci ha costruito la sua casa. Anzi, una sorta di fattoria amatoriale, condivisa con mucche, pecore, cavalli e galline. Un sogno realizzato dopo anni di duro lavoro, al quale entro luglio dovrà dire addio. “È un cambiamento radicale”, spiega Damiano ai nostri microfoni. “Un po’ di rimpianto c’è, perché tutta questa attività di campagna mi piaceva e adesso la devo lasciare di colpo, un po’ alla volta”. La paura “è che subentri qualche forma di depressione. Ho già pianto un po’ per pecore e mucche. Almeno i cavalli, se potrò, li terrò ancora per un breve periodo”. Quando poi sarà il momento “rinuncerò anche a loro, perché c’è un inizio e una fine per ogni cosa”.

“Questo cantiere dà lavoro a tante persone”

Arrivato in Ticino 50 anni fa con la moglie Rosetta, una vita di lavoro nell’edilizia, fra qualche mese Damiano si sposterà a Cresciano con la famiglia. Una decisione di certo sofferta, ma alla fine concordata con le FFS, che lo hanno indennizzato per l’esproprio. “Io guardo il lato positivo. Se tutto questo movimento se ne andasse dal Ticino, sarebbe un peccato per i giovani. Si parla di 300-360 persone che vengono qua a lavorare. Dovessero rinunciare non andremmo molto lontano. Non parlo per me, che sono già in pensione da 5 anni, ma per il futuro e per i giovani ci vuole qualcosa. È giusto”.

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