Consiglio federale
L'ascesa inattesa di Martin Pfister commentata dai quotidiani ticinesi
Redazione
7 giorni fa
Dopo l'elezione di Martin Pfister come nuovo consigliere federale, i quotidiani ticinesi commentano il suo successo e la sconfitta di Markus Ritter, evidenziando le differenze di esperienza e carattere tra i due politici.

Ieri – 12 marzo 2025 – l'Assemblea federale ha eletto Martin Pfister come nuovo consigliere federale a partire dal 1° aprile, succedendo a Viola Amherd. Pfister, esponente del Centro e consigliere di Stato del Canton Zugo, ha ottenuto 134 voti al secondo turno di votazione, superando il consigliere nazionale sangallese Markus Ritter, che ne ha ricevuti 110. Con la sua elezione, la Svizzera centrale torna quindi ad avere un rappresentante in Consiglio federale dopo oltre 20 anni. La ripartizione dei dipartimenti verrà decisa invece domani, ma è molto probabile che Pfister assuma la guida del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), attualmente diretto da Viola Amherd. Pfister, è bene sottolinearlo, è riuscito a passare da candidato di spalla di Markus Ritter a ereditare la poltrona di Amherd. E infatti nelle prime reazioni tutta la stampa svizzera lo chiama “candidato outsider”. Un politico che a Berna non ha alcuna esperienza, e che non aveva mai messo piede nella sala del Consiglio Nazionale. Eppure, in soli due turni, ha surclassato un potente lobbista e uomo di esperienza come Ritter. Si può però anche dare un’altra lettura a questo risultato: non ha vinto Pfister, ma ha perso Ritter. In questi anni il lobbista agricolo si è fatto diversi nemici in Parlamento per via della sua linea molto conservatrice, nonché per la sua schiettezza e rigidità sulle sue posizioni. È passato dall’essere il superfavorito a dover assistere alla sua sconfitta dalla sua comoda poltrona, che occupa da ben 16 anni. Martin Pfister ha vinto, e adesso? Come dice il detto: “Hai voluto la biciletta. Adesso tocca pedalare”. Pedalare, però, su una bici malridotta del DSS.  Ma lui a questo era già pronto, anche se ora le aspettative sono alte.

Galli: “Serviva qualcuno tagliato per rimettere ordine nel DDPS”

E come ribadito anche dal giornalista del Corriere del Ticino Giovanni Galli nel suo editoriale di questa mattina, “chi entra Papa in conclave ne esce cardinale”. Galli evidenzia poi come un candidato dell’ultima ora come Pfister, nonché semisconosciuto a livello nazionale, sia riuscito ad accorciare le distanze con Ritter, come accaduto nel 2022 quando Eva Herzog – data per favorita – si vide “rubare” il posto da Elisabeth Baume-Schneider. “Grazie alla sua efficace attività lobbistica e all’intransigenza con cui ha difeso il mondo agricolo”, scrive sempre il giornalista del foglio di Muzzano, “Ritter è diventato uno dei membri più influenti del Parlamento, ma si è fatto anche molti nemici. Che gli hanno presentato il conto, grazie alla convergenza di interessi diversi”. Primo fra tutti, scrive Galli, quelli della sinistra “per le sue posizioni nelle campagne di voto contro le iniziative ambientaliste e quelli dei liberali-radicali per il suo orientamento protezionista e la continua ricerca di finanziamenti per il settore primario”. Decisivo nella scelta dell’Assemblea c’è poi stato il fatto che Pfister  “ha saputo giocare molto bene le sue carte presentandosi come politico posato, riflessivo, incline al compromesso e quindi idoneo alla politica di concordanza. E al tempo stesso più disposto di Ritter - almeno così è parso - a mostrare uno spirito di apertura a livello di collaborazioni internazionali”. Certo è che dai festeggiamenti si passerà in breve tempo a questioni ben più serie. Venerdì avrà infatti luogo, come detto, la ripartizione dei dipartimenti, e Pfister con molta probabilità erediterà il DDPS. “Questa volta non si trattava di scegliere un consigliere federale ‘normale’, ma qualcuno tagliato per raccogliere la sfida di ‘ricostruire’ l’esercito e rimettere ordine in un settore fondamentale per la sicurezza del Paese. Pfister, politico di professione e colonnello di milizia, ha le carte in regola ma avrà anche pochissimo tempo per familiarizzare con la Berna federale. Le aspettative sono alte e il lavoro è duplice. Per lo stesso Pfister c’è l’occasione di un nuovo inizio e di rendere nuovamente credibile il settore della difesa”. Galli sottolinea che per garantire il successo di questa riforma saranno però necessarie due condizioni: evitare che l’esercito diventi ostaggio di lotte politiche tra partiti e assicurare che la sicurezza nazionale sia gestita collegialmente dall’intero Consiglio federale, senza delegarla solo al DDPS.

Guerra: “Ritter è rimasto imbrigliato nel ruolo che si è cucito addosso”

Sulle pagine della Regione a commentare l’elezione di ieri c’è stato il giornalista Stefano Guerra, il cui commento è partito da una frase che Pfister ripete ormai da settimane: “Io sono un politico d’esecutivo. Markus Ritter è un politico di legislativo”. Una distinzione, sottolinea Guerra, evidenziata più volte dallo zughese “per rimarcare tutto ciò che lo distingueva dal suo ben più noto concorrente”. Ma per il giornalista del foglio bellinzonese non c’è solo l’esperienza politica, ma “anche la carriera militare e soprattutto il carattere. Un aspetto che conta nel compassato microcosmo della Berna federale: il pacato, riflessivo e conciliante ‘ministro’ Martin Pfister da un lato; lo spigoloso, ostinato e divisivo lobbista dei contadini Markus Ritter dall’altro”. Per Guerra resta tuttavia difficile dire se questa elezione suppletiva l’abbia davvero vinta Pfister o se semplicemente Ritter ha sprecato un’occasione. “Abituato a vincere in Parlamento, nelle votazioni e nelle elezioni federali, al banco di prova supremo della concordanza il consigliere nazionale sangallese ha fallito in pieno. Il lobbista più influente di Palazzo, l’uomo che si era detto pronto addirittura a ‘morire per la Svizzera’, è rimasto imbrigliato nel ruolo che si è cucito addosso, incapace di scrollarsi di dosso quell’immagine di politico ultraconservatore che ha sciaguratamente alimentato con frasi infelici sulle donne e l’esercito, facendosi riprendere fino alla nausea con le sue mucche nella stalla di famiglia, o mentre prega in chiesa assieme al figlio”.