Ticino
L’arrocchino in Gran Consiglio, Gobbi: “Peso non proporzionato”
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 giorni fa
Oggi a Lugano la seduta straordinaria richiesta per pretendere spiegazioni sullo scambio di competenze tra Zali e Gobbi. I deputati ribadiscono: “Comunicazione poco trasparente”. In 15 chiedono la revoca della decisione.

Una proposta di risoluzione per chiedere al Governo di revocare la sua decisione sul mini-arrocco. A sottoscriverla oggi in Gran Consiglio, durante la seduta straordinaria dedicata al tema, sono stati 15 deputati tra i ranghi della sinistra e dell’Udc, che si sono detti insoddisfatti dalle spiegazioni e dalle risposte fornite in aula dal Consiglio di Stato. Una seconda risoluzione presentata invece dal PS chiede quanto meno di rivalutare la decisione e, se nuovamente confermata, illustrarne con un rapporto ragioni politiche e amministrative. La terza e ultima, firmata dalla Lega, vuole invece la finalizzazione di un arrocco completo.

Gobbi: “Peso non proporzionato e dubbi immotivati”

“Una questione a cui è stato dato un peso non proporzionato”. Così il presidente nonché diretto interessato Norman Gobbi ha descritto l’arrocchino avvallato dall’Esecutivo lo scorso 9 luglio. Schivata allora la conferenza stampa, Gobbi ha preso oggi la parola per rispondere alle cinque interpellanze sul tavolo, giustificando la decisione così: “Da tempo il settore della magistratura è in difficoltà e la volontà del collega Claudio Zali di riformarlo, di far bene, ha convinto in toto il Governo ad avvallare questo scambio”. Al passaggio della Magistratura, ha continuato Gobbi, è poi seguita la decisione di cedere anche la conduzione politica della polizia, “da me richiesta viste le sinergie tra i settori e l’imminente processo a due agenti”. Lo scambio della Divisione delle costruzioni da Zali a Gobbi è invece stato deciso “per riequilibrare il carico di lavoro dopo attenta analisi”. E questo visti “i non presupposti per un arrocco totale e per giungere a una decisione unanime”. Une versione confermata nel tardo pomeriggio anche dai colleghi Christian Vitta e Marina Carobbio, che si sono espressi per la prima volta. Infine, l’affondo di Gobbi ai deputati: “Una conferenza stampa si sarebbe giustificata di fronte a un arrocco totale o a un consigliere esautorato; tutte le preoccupazioni relative all’efficienza e alla funzionalità non hanno motivo di essere sollevate e la competenza potrà essere misurata quando lo scambio sarà implementato”.

I deputati: “Comunicazione inaccettabile”

Spiegazioni che, come detto, non hanno soddisfatto gli interpellanti, i quali hanno sollevato a inizio seduta tutta una serie di interrogativi e questioni. A cominciare dall’Mps, fautore della seduta straordinaria con una richiesta poi sottoscritta in totale da 37 deputati. “Il Consiglio di Stato ha screditato questa sessione sottolineando che l’arrocchino è di sua competenza, non siamo d’accordo”, ha esordito Giuseppe Sergi (Mps) citando diversi articoli normativi, in particolare quelli legati all’efficienza e alla razionalità dello Stato, ma anche all’obbligo d’informazione al pubblico “che è stata totalmente assente. Per questo oggi ci troviamo qua: è un diritto e un dovere di vigilanza nei confronti del Governo, reo di essersi piegato a questa logica”. “Non ci capacitiamo di come l’Esecutivo possa essere scivolato in un tale errore di comunicazione tanto scarna e poco trasparente”, ha chiosato dal canto suo la democentrista Roberta Soldati, mentre il socialista Ivo Durisch ha affermato che il ruolo del Legislativo è anche quello di “evitare illeciti. Oggi non parliamo solo di arrocco, ma di democrazia. Nessuna decisione importante deve restare nascosta”. Per il Centro, Gianluca Padlina ha sollevato soprattutto interrogativi giuridici sul tipo di maggioranza necessario, “un problema che con uno scambio parziale di competenze non si pone”, ha però risposto Gobbi. A nome del Plr, contrario alla convocazione di una seduta straordinaria, Matteo Quadranti ha dapprima condannato “la politica quale performance” rinviando il giudizio ultimo al popolo, parlando però anche lui di “informazione poco trasparente” e sollevando infine quesiti sulla funzionalità.

Piccaluga: “Dal Governo mancanza di coraggio”

Unico gruppo a ritenersi in parte soddisfatto la Lega dei Ticinesi, che per voce del coordinatore Daniele Piccaluga ha condannato “il mancato coraggio del Governo di portare avanti un cambiamento totale”. Piccaluga ha anche parlato di “isteria”. Con questa seduta, “in cui non si decide nulla ma che regala il palcoscenico alle forze bonsai, si è trasformato un arrocco in un circo”. “Se l’arrocco - ha continuato - ha suscitato tanto clamore, significa che eravamo fermi da troppo tempo: i consiglieri di Stato Gobbi e Zali hanno dimostrato che si può cambiare strada e lo hanno fatto per il bene dei ticinesi, non per tornaconto personale”.

Il dibattito

Pronta la risposta di Durisch durante il dibattito libero: “Ci sono anche le elezioni, è normale che i partiti riflettano, parliamo anche di questo”. E se il presidente del Plr Alessandro Speziali e il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni hanno colto l’occasione per ricordare le grandi sfide che attendono la politica, auspicando in futuro meno polemiche e più responsabilità, entrambi hanno anche condannato l’assenza alla seduta di Claudio Zali. Di “ricetta perfetta per il caos amministrativo”, ha poi parlato l’Udc Alain Bühler, mentre per l’ecologista Marco Noi tutto questo “non servirà certo a rivitalizzare il Governo”. Tranciante Amalia Mirante di Avanti con Ticino&Lavoro: “Oggi siamo qui perché il Governo non ha dato risposte e non lo ha fatto nemmeno oggi”.

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