Ticino
"L'AMSA si è scusata. Ma..."
Redazione
11 anni fa
Parla Denise Maranesi, una delle quattro ragazze abbandonate dal bus. "Occorre intervenire prima che ci scappi il morto"

C'è un nuovo capitolo nella vicenda delle quattro ragazze di Chiasso che, "abbandonate" alla Sagra dell'Uva di Mendrisio dall'ultimo bus della serata, hanno dovuto far rientro a casa con mezzi di fortuna.

Tutte e quattro hanno scritto personalmente al direttore delle Autolinee Mendrisiensi Ivano Realini per denunciare l'accaduto.

E a tutte e quattro Realini ha prontamente dato risposta.

Con una lettera di scuse e con l'omaggio di una carta giornaliera valida in tutta la Svizzera.

"Il signor Realini ha capito subito la nostra problematica e, a differenza della Polizia, si è comportato in modo molto più umano" spiega una delle quattro ragazze, la consigliera comunale di Chiasso Denise Maranesi. "E per questo lo ringraziamo di cuore."

"Ci sentiamo in dovere di ringraziare, inoltre, la direttrice dell'ente turistico Nadia Fontana-Lupi, che prestandoci l'auto ha fatto un gesto da noi molto apprezzato" aggiunge Maranesi.

"Ma è chiaro comunque che il discorso dei mezzi pubblici alla Sagra dell'Uva deve essere rivisto" ribadisce la consigliera comunale. "Noi crediamo che in occasione di eventi di questo genere debba essere data a tutti un'alternativa alla guida."

"Già gli anni scorsi si sono verificati problemi di questo tipo, ossia di bus sovraffollati" ricorda Maranesi. "Penso però che sia la prima volta che un autista non si fermi."

Sì, perché secondo quanto spiegato alle ragazze dal direttore dell'AMSA, sembra che quel bus non si sia fermato in quanto già strapieno.

"Sul momento ci siamo rimaste malissimo" racconta ancora Maranesi. "Anche perché non era scritto da nessuna parte che in caso di sovraffollamento il bus non avrebbe potuto trasportarci, pur avendo un biglietto valido. E a quell'ora anche l'ultimo treno per Chiasso era già partito, per cui non sapevamo più come tornare a casa."

Denise Maranesi ribadisce comunque di non avere alcuna intenzione di mettere in cattiva luce le Autolinee Mendrisiensi, delle quali, al contrario, loda la disponibilità del direttore. "Ma speriamo che il nostro racconto serva a far sì che questa situazione non si ripeta. Non si può obbligare la gente a tornare a casa in macchina, anche perché potrebbe scapparci il morto..."

AS

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